Al giorno d'oggi tutti ci stiamo abituando ai termini stranieri che inframezzano i nostri dialoghi. Così in giro si sentono termini oramai divenuti abituali: jobs act (legge sul lavoro), form (modulo), market share (quota di mercato), break (intervallo), killer (assassino), shopping (compere), drink (bibita), question time (domande a tempo), staff (personale), leader (capo), team (squadra), welfar (stato sociale), gossip (pettegolezzo), (privacy (riservatezza), ticket (biglietto), test (prova), manager (dirigente), stage (seminario), targget (bersaglio), magazine (rivista), store (emporio), goal (rete), corner (angolo), fitness (benessere, idoneità fisica), intercity (interurbano), account (cliente), banner (insegna), disk (disco), homepage (pagina inziale), pasword (parola d'ordine)... Potrei andare avanti ancora per molto (se ne volete legge altri potete andare su l' anglomania linguistica ). Il numero di parole straniere usate abitualmente da no
L'UOMO E IL SUO DIVENIRE, analizzando il nostro cammino possiamo comprendere il presente e mettere le basi per il futuro