Anche nel sociale la globalizzazione ha contribuito; l'abbattimento delle barriere spaziali fra le nazioni è una delle conseguenze dello sviluppo delle tecnologie. Infatti la crescita delle reti di comunicazione esercita effetti rilevanti sull'evoluzione dei rapporti tra i popoli. Gli immigrati ci sono sempre stati e, generalmente, hanno sempre volto lo sguardo altrove tutti coloro che nella loro patria vivevano in condizioni precarie. Il popolo italiano è stato un grande migrante a cavallo del '900.
Tra il XIX e il XX il fenomeno ha riguardato il settentrione, soprattutto Piemonte (13,5%), Veneto (17,9%) e Friuli (16,1%) tra il 1876 e il 1900, nei decenni successivi da Calabria, Puglia,Campania e Sicilia con quasi tre milioni. Dai porti partirono molte navi carichi di persone che andavano in America a cercare fortuna. In un secolo, o poco più (1860/1985), dalla nostra patria sono partiti in 29 milioni, cioè un numero equivalente all'ammontare della popolazione al momento dell'Unità d'Italia (23 milioni). La maggioranza si trasferì in America, ma alcuni si recarono in Nord Africa. Nella storia della migrazione si può distinguere due periodi, il primo, quello della grande migrazione (americana) tra la fine dell' 800 e i primi anni trenta, e il secondo che interessò l'Europa e avvenne negli anni '50. In un memoriale, quello di San Paolo un migrante italiano disse ad un ministro italiano:
Cosa intende per Nazione, Signor Ministro?
Una massa di infelici?
Piantiamo grano, ma non mangiamo pane bianco.
Coltiviamo la vite, ma non beviamo vino.
Alleviamo animali, ma non mangiamo carne.
Ciò nonostante Voi ci consigliate di non lasciare la nostra Patria.
Ma è una patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?
Le cause che portarono la grande migrazione sono sempre le stesse, povertà, mancanza di lavoro, mancanza di un futuro. Verso Argentina, Stati Uniti, Brasile, per l'America, e Francia, per l'Europa, molti italiani rivolsero le loro attenzioni e speranza di un riscatto. A Genova la Compagnia Transatlantica per la navigazione a vapore per le Americhe, il cui principale azionista era Vittorio Emanuele II, fu fondata proprio per questo. Durante il periodo fascista si calmò, ma riprese vigore negli anni cinquanta verso paesi dell'Europa, soprattutto, Francia, Svizzera, Belgio e Germania. In questa occasione molta gente partì con l'idea di un ritorno a casa, purtroppo la maggioranza rimase in quei luoghi. Per rimanere uniti gli italiani all'estero si unirono in Associazioni. Queste davano soccorso, servizi alla collettività migrante, così si sentiva meno abbandonata. Si stima che furono fondate circa 10.000 Associazioni.
Negli anni 2000, la migrazione degli italiani si è notevolmente moderata,ed è cambiata la figura. Oggi sono soprattutto i laureati ( fuga di cervelli).
Consiglio la visione di un film del 1979, molto bello, Almanya, Almanya di Hans Andrea Guttner
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