AI PIANI BASSI
La scrittrice in questo breve ma intenso scritto racconta in prima persona la sua vita regalando anche uno spaccato dell'Inghilterra dell'inizio secolo, il '900.
Lei non è stata una donna fortunata, economicamente parlando, ha dovuto conquistarsi uno spazio e tra grandi sacrifici, umiliazioni e tantissimo lavoro, si è costruita una strada cercando, e riuscendo, di migliorare le sue condizioni.
Chiacchierando con un'amica dei miei figli, mi ha detto che nella sua terra di origine, il Bangladesh, vigono ancora le caste e negli anni 2000, sono ancora chiuse. Per esempio la sua famiglia,immigrata in Italia, ha optato di vivere in una piccola cittadina perché nella grande città ci sono troppi immigrati poveri della sua nazione e loro non sono di questo strato sociale, perciò non vogliono essere confusi con loro.
Ecco nelle pagine di questo libro anche la protagonista rimarca proprio il fatto che non è, almeno per lei ma io condivido, tanto il fatto della disuguaglianza economica tra le persone, lei alla fine afferma che se fosse ricca di sicuro non si sentirebbe in colpa a spendere e spandere senza troppo soffermarsi sulla povertà altrui. -"Sono povera ma non per questo fingo che ci sia qualcosa di meraviglioso nella povertà. Essere ricca mi piacerebbe molto......Non sono particolarmente invidiosa dei ricchi e non li biasimo: cercano di tenersi stretti i loro soldi e lo farei anch'io se ne avessi. L'idea che dovrebbero condividere ciò che hanno è una corbelleria, solo chi non ha un soldo può pensarla così. A me di condividere a destra e a manca non passerebbe nemmeno per la testa._"
Diciamo che il negativo è la superbia che un ricco, benestante, insomma tutti quelli che occupano un gradino sociale più alto, ostentano nei confronti dei loro simili ma meno fortunati.
Perché una persona è di origini molto modeste non è scontato che sia per forza, stupida, che non apprezzi, il sapere, che non possa avere il buon gusto e magari atteggiamenti fini. Nell'arco della mia vita mi è capitato di vedere persone che, poiché danarose se la tirano, un pochino troppo e, come dico io, hanno una puzza sotto il naso che metà basterebbe. Li vedi per le vie che camminano con fare impettito lo sguardo dritto e non si soffermano a sbirciare a destra o a sinistra. Tutto passa di fianco. Loro sono "er meio", come dicono a Roma. Non parliamo poi dell'aspetto esteriore, sempre impeccabile tirate a lustro e se per caso c'è un virgolo fuori posto sembra quasi che sia appositamente studiato, messo lì ad hoc. Sinceramente no ho mai sopportato questo genere di persone e situazioni. Se poi per caso si parla insieme, loro sono sempre di più, hanno di più: per esempio se leggi un libro, loro ne leggono una marea, se visiti un luogo, loro ne hanno visti mille. L'opulenza, l'abbondanza è tipica loro, senza pensare che non è il fatto di quanto ma di come. La qualità, non la quantità, crea la differenza e a volte avendo meno si apprezza meglio. Questo è un insegnamento che sto provando a trasmettere ai miei ragazzi. Una giornata al mare in compagnia dei tuoi migliori amici è fantastica anche senza avere la possibilità di frequentare la spiaggia "più in", dove c'è la capanna, qui a Venezia sono dette così le cabine, a la page, magari indossando un costume tra i più anonimi e mangiando un semplice toast del chioschetto. L'importante è godere di quello che si ha e cercare di lavorare, con onestà e rispetto verso gli altri, per migliorare la propria condizione. Se poi ci si riesce non bisogna arrivare alla tirchieria se no si finisce con il diventare odiosi, come il più dei personaggi presenti nel romanzo preso oggi in esame. Purtroppo oggi, come da sempre, tanti hanno fatto i soldi sulle spalle altrui, sfruttando i propri simili e mettendogliela nel di dietro, parlando proprio "ter a ter". Questi individui sono i peggiori e il mondo ne è pieno. La furbizia è giusta ma scivolare nell'opportunismo è troppo. Alla fin fine siamo tutti uguali nasciamo nello stesso modo e moriamo pure tutti, cambia solo la camicia, ma è una veste che se si ha intraprendenza, determinazione, ma mantenendo vive brillantezza cordialità e solarità, si può cambiare. Non esiste la predestinazione, come si legge ad esempio negli scritti del Verga, tutto è possibile, basta volerlo.
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