Ogni anno in tutto il mondo vengono celebrate le giornate mondiali per non dimenticare ciò che il popolo ebraico ha subito solo mezzo secolo, o poco più, fa.
In molte parti del mondo ci sono manifestazioni, eventi, dibattiti e svariate iniziative. Il 27 gennaio è LA GIORNATA MONDIALE DELLA MEMORIA.
Non dimenticare l'olocausto, che non avvenga più uno sterminio. Nel link che segue ho trovato un punto molto interessante , per chi desidera approfondire cliccate sul link.
http://www.osce.org/it/odihr/17833
“Per Olocausto si intende la persecuzione e l'uccisione sistematica, burocratica e sponsorizzata dallo stato di circa 6 milioni di Ebrei da parte del regime Nazista e dei suoi collaboratori. Olocausto è un termine di origine greca che significa “sacrificio col fuoco". I Nazisti, che salirono al potere in Germania nel Gennaio del 1933, credevano nella “superiorità della razza Tedesca” e gli Ebrei ritenuti "vita indegna di vita". Durante l'Olocausto, i Nazisti perseguitarono anche altri gruppi per la loro presunta "inferiorità razziale": zingari rom e sinti, portatori di handicap e alcune popolazioni Slave (Polacchi, Russi …). Altri furono perseguitati sulla base delle loro convinzioni politiche e dei loro comportamenti sociali, in particolare i Comunisti, i Socialisti i Testimoni di Geova e gli omosessuali."
Museo degli Stati Uniti sulla memoria dell'Olocausto
Ho sottolineato la prima riga perché mi chiedo, un popolo che ha vissuto una tragedia di tale portata, oggi come può comportarsi in questo modo?
In molte parti del mondo ci sono manifestazioni, eventi, dibattiti e svariate iniziative. Il 27 gennaio è LA GIORNATA MONDIALE DELLA MEMORIA.
Non dimenticare l'olocausto, che non avvenga più uno sterminio. Nel link che segue ho trovato un punto molto interessante , per chi desidera approfondire cliccate sul link.
http://www.osce.org/it/odihr/17833
“Per Olocausto si intende la persecuzione e l'uccisione sistematica, burocratica e sponsorizzata dallo stato di circa 6 milioni di Ebrei da parte del regime Nazista e dei suoi collaboratori. Olocausto è un termine di origine greca che significa “sacrificio col fuoco". I Nazisti, che salirono al potere in Germania nel Gennaio del 1933, credevano nella “superiorità della razza Tedesca” e gli Ebrei ritenuti "vita indegna di vita". Durante l'Olocausto, i Nazisti perseguitarono anche altri gruppi per la loro presunta "inferiorità razziale": zingari rom e sinti, portatori di handicap e alcune popolazioni Slave (Polacchi, Russi …). Altri furono perseguitati sulla base delle loro convinzioni politiche e dei loro comportamenti sociali, in particolare i Comunisti, i Socialisti i Testimoni di Geova e gli omosessuali."
Museo degli Stati Uniti sulla memoria dell'Olocausto
Ho sottolineato la prima riga perché mi chiedo, un popolo che ha vissuto una tragedia di tale portata, oggi come può comportarsi in questo modo?
Cari Avaaziani,
Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!” mentre portavano via suo papà. Questa è la quotidianità per i palestinesi che sotto il terribile controllo dell’esercito vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni. Ma ora dopo anni violenti e senza speranza sta crescendo un movimento, una resistenza nonviolenta che vuole le stesse cose che gli israeliani hanno già: libertà, dignità e uno Stato indipendente.
Per anni l’attenzione dei media è stata dedicata ai militanti palestinesi e oggi gli estremismi da entrambe le parti allontanano la pace sempre più. Ma in mezzo a tutto questo odio a rimetterci sono state le famiglie come quella di Fadel, che vogliono solo una vita normale. Ora quelle famiglie stanno reagendo organizzando marce pacifiche e sit-in, collaborando con gli attivisti israeliani per ottenere giustizia e libertà. In tutta risposta, l’esercito israeliano ha incarcerato e picchiato gli organizzatori arrivando anche a portare via i bambini dai loro stessi letti.
Alcuni giorni fa sono stata in Cisgiordania per incontrare queste persone pacifiche e coraggiose al tempo stesso. Quando ho proposto di mobilitare la nostra comunità per aiutarli i loro occhi si sono illuminati. Hanno bisogno di fondi per gli avvocati per reagire contro le incarcerazioni ingiustificate, videocamere per documentare gli abusi di cui sono vittime, formazione sull’uso dei media e delle tattiche nonviolente e attivisti per far diventare globale questa protesta locale. Queste famiglie sono la vera speranza. Impegnamoci a donare subito €4, se saremo abbastanza potremo sostenere questo movimento pacifico, facendolo prevalere sugli estremisti e costruendo per Khaled un futuro degno dei sogni di suo padre. Le promesse di donazione verranno fatte valere da Avaaz solo se si raggiungerà l’obiettivo minimo per portare un vero cambiamento:
https://secure.avaaz.org/it/palestines_nonviolent_hope_loc/?bseqreb&v=27763
Questa occupazione è andata avanti troppo a lungo, e per troppo a lungo la risoluzione del conflitto è stata gestita dai gruppi estremisti. Ora però, ci sono un paio di concetti su cui la maggior parte delle persone è d’accordo. Primo: sia i palestinesi che gli israeliani dovrebbero avere un proprio Stato; secondo: il trattamento ricevuto dai palestinesi nei territori occupati è un qualcosa che violenta il senso stesso di giustizia, dal diritto internazionale fino al senso comune. Persino inflessibili funzionari della sicurezza israeliana in pensione la pensano ormai così.
Il Governo israeliano attuale però sta solo peggiorando le cose. A parole appoggia i negoziati di pace e la soluzione dei due Stati, mentre nei fatti aumenta gli insediamenti in Cisgiordania, rendendo questa soluzione praticamente impossibile. Intanto nei territori occupati l’esercito sottopone la popolazione palestinese a delle leggi totalmente diverse da quelle cui rispondono i coloni, arrivando a imprigionare per dei mesi persino i ragazzini.
La speranza più concreta per porre fine a questa ingiustizia e arrivare finalmente alla pace è questo movimento di resistenza nonviolenta. Ecco una lista di cose che possiamo fare per aiutarli:
La storia ci ha insegnato come in ogni parte del mondo i movimenti nonviolenti hanno liberato le popolazioni, dall’India di Ghandi agli Stati Uniti di Martin Luther King al Sudafrica di Nelson Mandela. Sappiamo che può funzionare, e comunque in questo caso è la nostra unica speranza. Questo movimento merita tutta la solidarietà internazionale possibile. Impegnati ora a fare una donazione e aiutaci a cambiare il corso della storia:
https://secure.avaaz.org/it/palestines_nonviolent_hope_loc/?bseqreb&v=27763
La comunità di Avaaz è salda nel credere nella libertà, nella giustizia e nella risoluzione dei conflitti che colpiscono il Pianeta. Oggi, una delle maggiori roccaforti dell’ingiustizia nel mondo è l’occupazione dei territori palestinesi per mano del governo israeliano. Eppure anche lì può nascere la speranza. E’ una svolta epocale e tutti insieme possiamo esserne parte, portare quella pace e quella libertà di cui entrambi i popoli, così spesso traditi dai loro governi, hanno disperatamente bisogno. Avanti, facciamo vedere di cosa siamo capaci. Con speranza e determinazone,
Alice e il resto del team Avaaz
PER APPROFONDIRE
Video / Palestinian boy upset by father's arrest garners international media attention (Haaretz)
http://www.haaretz.com/news/national/video-palestinian-boy-upset-by-father-s-arrest-garners-international-media-attention-1.306155
Video / La resistenza non violenza palestinese (RaiNews)
http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=31949
Nuovi insediamenti israeliani (Repubblica)
http://temi.repubblica.it/limes/nuovi-insediamenti-israeliani/48297
I nuovi negoziati tra Israele e Palestina (Il Post)
http://www.ilpost.it/2013/07/29/nuovi-negoziati-israele-palestina/
Resistenza nonviolenta in Palestina (Pressenza)
http://www.pressenza.com/it/2011/08/resistenza-nonviolenta-in-palestina/
M.O.: tensione diplomatica tra Israele e UE per insediamenti (ADNkronos)
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/MO-tensione-diplomatica-tra-Israele-e-Ue-per-insediamenti_32435570254.html
Cisgiordania, i negoziati di pace non fermano gli insediamenti israeliani
http://www.asianews.it/notizie-it/Cisgiordania,-i-negoziati-di-pace-non-fermano-gli-insediamenti-israeliani-28665.html
Is this where the third intifada will start? (New York Times)
http://www.nytimes.com/2013/03/17/magazine/is-this-where-the-third-intifada-will-start.html?
Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!” mentre portavano via suo papà. Questa è la quotidianità per i palestinesi che sotto il terribile controllo dell’esercito vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni. Ma ora dopo anni violenti e senza speranza sta crescendo un movimento, una resistenza nonviolenta che vuole le stesse cose che gli israeliani hanno già: libertà, dignità e uno Stato indipendente.
Per anni l’attenzione dei media è stata dedicata ai militanti palestinesi e oggi gli estremismi da entrambe le parti allontanano la pace sempre più. Ma in mezzo a tutto questo odio a rimetterci sono state le famiglie come quella di Fadel, che vogliono solo una vita normale. Ora quelle famiglie stanno reagendo organizzando marce pacifiche e sit-in, collaborando con gli attivisti israeliani per ottenere giustizia e libertà. In tutta risposta, l’esercito israeliano ha incarcerato e picchiato gli organizzatori arrivando anche a portare via i bambini dai loro stessi letti.
Alcuni giorni fa sono stata in Cisgiordania per incontrare queste persone pacifiche e coraggiose al tempo stesso. Quando ho proposto di mobilitare la nostra comunità per aiutarli i loro occhi si sono illuminati. Hanno bisogno di fondi per gli avvocati per reagire contro le incarcerazioni ingiustificate, videocamere per documentare gli abusi di cui sono vittime, formazione sull’uso dei media e delle tattiche nonviolente e attivisti per far diventare globale questa protesta locale. Queste famiglie sono la vera speranza. Impegnamoci a donare subito €4, se saremo abbastanza potremo sostenere questo movimento pacifico, facendolo prevalere sugli estremisti e costruendo per Khaled un futuro degno dei sogni di suo padre. Le promesse di donazione verranno fatte valere da Avaaz solo se si raggiungerà l’obiettivo minimo per portare un vero cambiamento:
https://secure.avaaz.org/it/
Questa occupazione è andata avanti troppo a lungo, e per troppo a lungo la risoluzione del conflitto è stata gestita dai gruppi estremisti. Ora però, ci sono un paio di concetti su cui la maggior parte delle persone è d’accordo. Primo: sia i palestinesi che gli israeliani dovrebbero avere un proprio Stato; secondo: il trattamento ricevuto dai palestinesi nei territori occupati è un qualcosa che violenta il senso stesso di giustizia, dal diritto internazionale fino al senso comune. Persino inflessibili funzionari della sicurezza israeliana in pensione la pensano ormai così.
Il Governo israeliano attuale però sta solo peggiorando le cose. A parole appoggia i negoziati di pace e la soluzione dei due Stati, mentre nei fatti aumenta gli insediamenti in Cisgiordania, rendendo questa soluzione praticamente impossibile. Intanto nei territori occupati l’esercito sottopone la popolazione palestinese a delle leggi totalmente diverse da quelle cui rispondono i coloni, arrivando a imprigionare per dei mesi persino i ragazzini.
La speranza più concreta per porre fine a questa ingiustizia e arrivare finalmente alla pace è questo movimento di resistenza nonviolenta. Ecco una lista di cose che possiamo fare per aiutarli:
- Mantenere il supporto legale, che è vitale per aiutare i leader del movimento a difendersi da accuse inventate e processi militari sommari;
- Far arrivare degli esperti di disobbedienza civile provenienti da altre esperienze per condividere strategie e tattiche con le comunità locali;
- Fornire strumentazione e formazione mediatica sia per documentare gli abusi sia per comunicare al mondo l’esistenza di questo movimento che porta nuovi stimoli e speranze nella regione;
- Assoldare i migliori comunicatori per fornire supporto costante, organizzare azioni di grande portata in tutta la Cisgiordania e coinvolgere la comunità internazionale per trasformare il movimento da locale a globale;
- Trasmettere in diretta le loro azioni nonviolente sul nostro sito e organizzare una giornata mondiale di mobilitazione.
La storia ci ha insegnato come in ogni parte del mondo i movimenti nonviolenti hanno liberato le popolazioni, dall’India di Ghandi agli Stati Uniti di Martin Luther King al Sudafrica di Nelson Mandela. Sappiamo che può funzionare, e comunque in questo caso è la nostra unica speranza. Questo movimento merita tutta la solidarietà internazionale possibile. Impegnati ora a fare una donazione e aiutaci a cambiare il corso della storia:
https://secure.avaaz.org/it/
La comunità di Avaaz è salda nel credere nella libertà, nella giustizia e nella risoluzione dei conflitti che colpiscono il Pianeta. Oggi, una delle maggiori roccaforti dell’ingiustizia nel mondo è l’occupazione dei territori palestinesi per mano del governo israeliano. Eppure anche lì può nascere la speranza. E’ una svolta epocale e tutti insieme possiamo esserne parte, portare quella pace e quella libertà di cui entrambi i popoli, così spesso traditi dai loro governi, hanno disperatamente bisogno. Avanti, facciamo vedere di cosa siamo capaci. Con speranza e determinazone,
Alice e il resto del team Avaaz
PER APPROFONDIRE
Video / Palestinian boy upset by father's arrest garners international media attention (Haaretz)
http://www.haaretz.com/news/
Video / La resistenza non violenza palestinese (RaiNews)
http://www.rainews24.rai.it/
Nuovi insediamenti israeliani (Repubblica)
http://temi.repubblica.it/
I nuovi negoziati tra Israele e Palestina (Il Post)
http://www.ilpost.it/2013/07/
Resistenza nonviolenta in Palestina (Pressenza)
http://www.pressenza.com/it/
M.O.: tensione diplomatica tra Israele e UE per insediamenti (ADNkronos)
http://www.adnkronos.com/IGN/
Cisgiordania, i negoziati di pace non fermano gli insediamenti israeliani
http://www.asianews.it/
Is this where the third intifada will start? (New York Times)
http://www.nytimes.com/2013/
Commenti
Posta un commento