MIRANO
Questa cittadina si trova in posizione centrale rispetto ai tre capoluoghi di provincia, Mestre, Padova e Treviso. Il paesaggio è quello classico della pianura veneta, con segni urbanistici e rurali , formatasi nell'arco del tempo. Mirano risale all'epoca romana, infatti si trova nel famoso graticolato romano. Questo era formato da vasti appezzamenti terrieri divisi da siepi e attraversati da strade rettilinee che formano un angolo retto. Sono presenti bellissime ville venete (36) del seicento e del settecento, circondate da grandi parchi. Anticamente faceva parte del comune di Padova e solo nel 1853 viene inserita nella provincia di Venezia. Il nome deriva dalla parola -mira- cioè specula, osservatorio. Infatti per salvaguardare il graticolato c'era una torre di osservazione. Caduto l'impero romano il territorio fu affidato a Vitaliano da Padova, legionario fedele all'impero romano d'Oriente. Quando i longobardi assediano Padova la cittadina ne è coinvolta e passa di proprietà. I Collalto, signori longobardi, diventano i padroni. Nel 972, l'imperatore Ottone I, concede al vescovo Frisigna alcune parti del miranese e concede la possibilità di macellazione lungo le rive del fiume Muson, ecco perché, forse, la frazione presso Zianigo si chiama Scortegara. Mirano rimane di proprietà dei Collalto per parecchio tempo, solo verso il 1200, ritorna sotto Padova e di riflesso vive un periodo di splendore. Viene edificato un castello per difenderla. Nel 1229, fu oggetto di scorribande da parte degli Ungari e delle lotte tra Padova e Treviso. Dal 1237 al 1256 venne assoggettata dal dispotico Ezelino III da Romano. Nel 1272, liberata, ritorna in possesso di Padova con la famiglia dei Carraresi. Lo stemma di questa famiglia è quello della cittadina, un carro rosso. Nel 1320 viene distrutto completamente il castello, in suo ricordo rimangono i toponimi di Bastia Fuori e Bastia Entro.Nel 1403 Mirano è conquistata da Venezia. Sotto l'impero francese ritorna sotto Padova. Nel 1853 riviene aggregata a Venezia. La piazza centrale a forma di ovale con al centro la colonna di San Marco, anticamente non esisteva era un isola, ma per poter far arrivare il tram da Mestre si bonifica e il fiume Muson viene interrato.
A Mirano vengono organizzati vari eventi come il mercatino dell'antiquariato, le feste dell'agricoltura e dello sport, la fiera di San Matteo e la prima Domenica di Novembre il gioco dell'oca. Ed è di questo che voglio, ora, parlare.
IL GIOCO DELL'OCA
In dialetto si dice zogo de l'oca. Non è una festa antichissima risale alla fine degli anni settanta per desiderio di un imprenditore miranese, Sandro Albano Zara, cultore delle tradizioni popolari, delle fiabe e dei giochi del passato. Il gioco dell'oca, infatti, trova le sue origini in epoca remota. Questo nome viene menzionato all'epoca dei Medici,1580, con la famosa descrizione di gioco molto dilettevole. La prima immagine risale al 1649 ed è pubblicata a Venezia per opera di Carlo Coriolani. Sul tabellone, nel centro è raffigurata una famiglia seduta intorno ad un tavolo con al centro un'oca arrostita e in alto c'è la scritta "il dilettevole gioco di loca". Probabilmente è da qui che si trovano le origini, ma, secondo altri studiosi, proviene dall'abitudine dei giocatori di usare la vincita per acquistare un'oca. Comunque è un gioco antichissimo si trovano reperti su di esso nelle tombe egizie e cinesi. E' la rappresentazione del bene e del male, dove il primo è rappresentato dalle oche e il secondo dalle avversità che si incontrano durante lo svolgimento. Non è un gioco basato sull'intelligenza ma sulla fortuna ai dadi, per questo si diffonde sia tra i nobili, i borghesi sia tra il popolo e nel XVII° secolo dilaga in tutta l'Europa. Quando il signor Zara decide di dedicare una versione al suo paese si rivolge al pittore Carlo Preti da Mestre. Questi prende spunto dalla forma della piazza, un ovale, e disegna con la china nera su una tavolozza bianca la piazza con 63 caselle, 13 oche e 8 "accidenti". Le restanti caselle raffigurano edifici, aspetti, momenti storici e tradizioni di Mirano e dintorni. Il percorso di gioco si dipana per tutto il percorso e culmina nel centro della piazza. La prima edizione è avvenuta nel 1998 a cura di Gallorini. I costumi risalgono al secolo scorso per ridare importanza alla semplicità quotidiana e al sapore genuino della festa di paese. Intorno all'ovale della piazza vengono erette delle tribune ad anfiteatro e vi si accede attraverso tre grandi portoni simili ai frontespizi delle giostre antiche. I palazzi intorno alla piazza e tutto il paese è addobbato con cartelloni che rappresentano scene antiche. Inoltre viene costruito un recinto per gli animali da cortile, il gioco delle bocce e si può trovare anche il banchetto del fotografo come era anticamente. Molti abitanti si vestono con costumi d'epoca e passeggiano tra la folla, sembra, per chi arriva da fuori, di aver fatto un tuffo nel passato. Mentre si passeggia si incontrano saltimbanchi, giostrai, trampolieri, mangiafuoco e si sentono in sottofondo melodie tipiche dell' 800. Se, poi, si desidera pranzare i ristoranti, tutti addobbati, propongono menù a base di oca.
Vivaldi-Le Quattro stagioni, La Primavera
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