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OTTAVA PARTE -DUE DI ASSO HIMALAYA

classifica

Buon Compleanno Lucia!!!

[27th May 2009] Rieccomi!!! La neve ci ha costretto a ripiegare
tanto in basso che ora riesco a raggiungere la rete Gprs di Leh e
mandarvi un po’ di foto oltre ai brevi messaggi con il
satellitare.
 Non so se alle divinità tibetane abbiano spiegato che a
fine Maggio-inizio Giugno non dovrebbe nevicare in questa maniera
neppure quassù!!
Siamo passati dal vento e la polvere al fango e alla neve, un
vero spasso se non fossero in ballo quote esagerate!!
 E’ la prima volta che rasento una bufera di neve a 5000
metri: stanchi come somari, con il fiato corto e gli scarponi
pesanti per la quota, arrancavamo passo dopo passo cercando di
scollinare l’ultimo valico. Alle spalle ci siamo ritrovati un
gigante di 6400 metri coperto di ghiaccio, il Kang Yaze. Una
montagna magnifica che ora, con il maltempo che incalzava, appariva
come un mostro terribile. Non era possibile non subirne il possente
carisma, faceva realmente paura.  Non si capiva se erano le
nuvole troppo basse o lui troppo alto ma di sicuro quel mix non
prometteva nulla di buono!!
 Sul passo Kangmaru Là ho dovuto veramente tirare il collo
al povero Enrico, non gli ho concesso tregua ed ha dovuto dare
fondo a tutta la sua volontà per superare quella prova. Ci siamo
seduti su un sasso a tirare fiato, ne avevamo davvero poco, e ci
siamo parlati chiaro: “Okay Capo, siamo a 5k e dobbiamo
raggiungere quel punto là in fondo dall’altra parte della piana,
due ore per arrivare ai piedi di quella salita. ll passo è a 5k e
2, tocca salire e tocca farlo prima che quella mostruosità là
dietro ci acchiappi, altrimenti qui dice parecchio male per
noi.” Era la prima volta che Enrico si trovava in alta quota
ma non ha fatto affatto fatica a capire cosa intendessi per
“male”.
 Quattro ore e mezzo dopo, quando abbiamo raggiunto il
passo a 5200m, ci siamo nascosti al vento dietro un muretto coperto
di bandiere per mangiare un uovo sodo ed una patata bollita, il
nostro pranzo!!! Avevamo trascorso i giorni precedenti in un caldo
torrido spazzato dal vento e c’eravamo abituati a mangiare polvere:
era incredibile come fosse cambiata tanto radicalmente e
repentinamente la situazione. Dovevamo toglierci da lassù ed in
fretta. Evacuare!!!
Abbiamo scollinato e siamo scesi per il ripido versante opposto
di quasi 800 metri di quota. Abbiamo montato la tenda dietro un
piccolo riparo e ci siamo fatti qualcosa di caldo da bere. Avevo
avuto una paura “fottuta” di non riuscire a passare il passo in
tempo, se io o Enrico avessimo mollato il colpo sarebbe stato un
“enorme” problema accamparci lassù. Enrico era distrutto ma ha
tenuto duro. Meno di mezz’ora dopo ha cominciato a nevicare sulla
nostra tenda e non ha più smesso fino al giorno dopo.
Nel cuore dell’Hymalaya, nel mezzo di una nevicata d’alta
quota, chiusi in una tenda gialla, c’erano due stupidi che
cantavano allegri i cori natalizi. Strani effetti del “dopo
strizza”. Enrico era felicissimo, aver raggiunto e superato i 5000
metri era per lui un risultato incredibile ed anche io, dopo averlo
bacchettato e maltrattato come un noioso e severo istruttore, ero
soddisfatto ed un po’ commosso dalla sua prova.
 Con una preparazione alpinistica pari a ZERO non aveva mai
fatto neppure campeggio in vita sua, ora se ne stava a 4400 metri
in un tenda coperta di neve dopo aver attraversato passi e vallate
himalayane tra caldo torrido e freddo becco. Cinque kappa punto
due. Bravo Enrico!!! Ora ti tocca offrirmi da bere!!
Ma torniamo al titolo che è quello che più conta: Tanti Auguri
Lucia!!!
Il 28 la mia sorellina compie gli anni e come regalo, sebbene
tanto distanti, le dedichiamo le prime foto che riusciamo a
trasmettere dalla valle!!
 Tempo permettendo, visto che continua a nevicare, dovremmo
rientrare a Leh tra un paio di giorni. Al momento, con la neve
fresca sulla montagne, è impossibile tornare oltre i 4000 metri. Ci
dedicheremo all’esplorazione della piana di Leh che si trova “solo”
a 3500 metri.

Il suono delle Preghiere di Stoffa

[28th May 2009] Il nome del passo è Ganda La ed è un
valico a 4970 metri che unisce due grandi valli separate da
montagne alte oltre 5500 metri. E’ stato il secondo passo che
abbiamo affrontato e, a differenza del passo di Stock, è molto
utilizzato anche dalle popolazioni locali.
 E’ a Ganda La che abbiamo deciso di esporre le bandiere
realizzate dai ragazzi del Setificio di Como per il progetto
Preghiere di Stoffa: i ragazzi hanno realizzato oltre una trentina
di bandiere dando pieno sfogo alla propria creatività unendo poesia
e disegno sul tessuto. In quelle piccole bandiere sono contenute le
loro preghiere a carattere universale, le preghiere dei ragazzi di
Como per il mondo.
 Enrico ed io abbiamo legato insieme tutte le bandiere in
un unica lunga e variopinta ghirlanda di oltre una decina di metri
tanto grande da catturare il vento come una piccola vela. Giunti
sul passo la vista era magnifica e al centro della sella nella
montagna, come da tradizione tibetana, vi era una grosso cumulo di
sassi adornato da centinaia di bandierine colorate accatastate anno
dopo anno.
 Abbiamo estratto dallo zaino la lunga ghirlanda che si è
lasciata subito catturare dal vento mentre in due la trattenevamo
come un enorme aquilone. Molto divertente!!
 Proprio in quel mentre è sopraggiunta una piccola carovana
di locali con i loro pony. Il più anziano, che era un rifugiato
tibetano, mi si è avvicinato curioso chiedendomi in inglese cosa
stessimo facendo con quelle bandiere. In effetti non avevo
assolutamente idea di quale potesse essere la sua reazione, in
fondo sono uno straniero e le bandiere sono una loro importante
tradizione legata alla religione, ho semplicemente detto la verità:
“Sono bandiere che hanno disegnato i ragazzi della mia città in
Italia, sono preghiere per il mondo”.
 L’anziano tibetano si è aperto in un grande sorriso, ha
fatto fermare la sua carovana, legare i pony ed ha chiamato i suoi
giovani compagni perché ci aiutassero  con le nostre bandiere.
Tutte le mie preoccupazioni si sono dissolte in un attimo e sul
quel passo mi sono ritrovato a legare bandiere comasche spalla a
spalla con i tibetani.
 La lunghissima ghirlanda vibrava viva nel vento intenso
del passo, ogni bandierina sembrava impazzita e continuava a
schioccare colorata. Era impossibile non essere travolto
dall’euforia di quel momento. Il rumore assordante del vento si
mischiava a quello delle bandiere e mentre facevamo loro le foto i
tibetani si mettevano in posa sorridenti guardando una ad una tutte
le bandiere.
 Con un po’ di pazienza ieri notte ho caricato un piccolo
video delle bandiere al vento. E’ ancora in bassa qualità ma
nell’audio, quando il rumore del vento non è assordante, potete
sentire il canto intenso delle bandiere. Potete vedere anche
qualche foto che spero possa trasferivi la strana e piacevole
euforia che ha travolto tutti sul passo. Una sensazione che
difficilmente riesco a descrivervi.
 Ringrazio tutti i ragazzi del setificio, la preside e
tutte le maestre che hanno partecipato al progetto. E’ stato un
vero piacere poter contribuire ad un gesto forse semplice ma
sicuramente molto simbolico e carico di valori. Le abbiamo legate
belle strette le bandiere di Como, accettate con entusiasmo dalla
cultura locale, faranno gran mostra di sé per un bel pezzo!!!

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