Passa ai contenuti principali

STORIA DEI LIBRI: PARTE SECONDA-DAL MANOSCRITTO ALLA STAMPA

classifica



Iniziamo parlando degli strumenti di scrittura.
Penne:
Al tempo delle tavolette d'argilla, i segni venivano tracciati, mentre l'argilla era ancora morbida, usando una canna appuntita. Se si usavano tavolette di cera si adoperava una stilo di ferro o di osso con una punta da una parte e dall'altra una spatola utile per cancellare. Con il papiro si impiegava il "calamus", una canna tagliata in punta in modo obliquo o diritto così da ottenere una scrittura più o meno sottile, un po' come con i pennarelli oggi. La penna d'oca è stata introdotta intorno al VI secolo.
Inchiostro:
la miscela originale, acqua, nerofumo e gomma, era già conosciuta dagli antichi greci ma venne perfezionata dai monaci del medioevo inserendo il minio ( ossido salino di piombo di colore rosso), da qui deriva il termine miniatura.
Le miniature:

in un manoscritto, sono le lettere iniziali decorate dei capitoli. Tradizionalmente erano di colore rosso con impiego del color oro. Poiché gli scritti, in epoca medioevale, erano eseguiti dai monaci, chi scriveva era lo scrivano, o copista o amanuense, il miniaturista era un altro monaco.
I locali adibiti alla scrittura erano detti scriptoria. Il materiale usato dai monaci era la pergamena. Questa si otteneva dalla lavorazione delle pelli, trattate così da renderla liscia, uniforme e bianca. Il foglio ottenuto aveva la parte (lato carne) , quella migliore, usata per redarre il documento, e il retro dal colore più scuro coperto da una leggera peluria (lato pelo )impiegato per scrivere il titolo così da segnalare al lettore l'argomento in esso conservato. I fogli che si ricavavano dalla pergamena venivano piegati in due e composti in fascicoli, da qui deriva il fascicoletto. A questo punto inizia la scrittura. Il copista per andare diritto segnava delle righe.  Nel foglio si delimitavano con precisione i bordi, lo spazio contenuto tra di essi è detto specchio di scrittura. La rigatura era fatta a secco usando una punta di piombo e si tracciavano dei caratteri molto sottili ( lettere guida) per indicare dove dovevano essere realizzate le miniature.
Quindi si passava ad un controllo degli errori, una volta corretti si poteva passare alla fase della legatura.  I fascicoletti, formati da quattro o cinque fogli ( che davano otto dieci carte) venivano letteralmente legati. Sul dorso si incidevano piccole fessure a "v", in seguito si ponevano questi fogli su un telaio apposito per tendere bene i nervi di animale che li si faceva entrare nelle fessure  e poi si cucivano, con ago e filo di cotone. Terminata tale fase i nervi venivano legati poi si applicava una specie di tavoletta per irrigidire la copertina. La tavoletta era di legno ricoperta da cuoio o stoffa. Su di essa si applicavano dei fermagli per avere la chiusura e pietre preziose o guarnizioni di ferro per abbellirla. Con la nascita delle università, siamo intorno al '200, il lavoro di copiatura aumenta per una maggior richiesta di testi e così questa professione si organizza arrivando ad una copiatura in serie. Le imprese disponevano di vari copisti ciascuno con il suo lavoro così si accorciavano i tempi di produzione. Le imprese erano soggette ai librai, autorizzati dalle università, gli stationarius.
Come piccola curiosità: 
Nel 1285 l'attrezzatura del copista si arricchisce di un nuovo elemento gli occhiali.
Nell'Umanesimo, XIV-XV sec., si ha un grosso impulso nell'editoria e molti principi furono dei mecenati. I libri copiati e commentati erano molto richiesti sia dai principi, sia dal clero. Sorsero biblioteche, come la LAURENZIANA, di Firenze e la VATICANA. nascono le collezioni private. Accanto ai testi classici iniziano a diffondersi opere in volgare e aumentò il pubblico richiedente. In seguito all'aumento delle richieste si formano delle vere e proprie catene di montaggio dei copisti dove ogni lavorante era specializzato in una determinata fase. Il libro si incammina verso la fase della stampa e del libro di stampa.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'INGANNO NELLA CARTA D'IDENTITÀ

IL NOME E LA FRODE Analizzando la parola Nome , capiamo subito cosa rappresenta: " NO ", " ME ". La negazione di noi stessi.(Il Non Io). Il NOME e' l'unico arpiglio che il sistema ha per ridurre a mera merce gli esseri viventi e guadagnarne la giurisdizione in modo del tutto arbitrario senza consenso e violando il libero arbitrio altrui. Anche gli "Alias, conosciuto come" , Titoli ed altro, sono meri tentativi di "appiccicare" un NOME LEGALE ad un essere vivente, sotto falsa assunzione e presunzione di giurisdizione e potere. A livello giuridico, il NOME LEGALE e' un Trust: un negozio giuridico. una serie di "normative" atte a regolamentare un determinato comportamento: un vero contratto. TRUST: Un Insieme di persone Unite da Interesse Comune: Il Trust e' composto da 3 figure: 01) Disponente , Colui che dispone il bene, e lo mette a disposizione. 02) Amministratore : Colui che amministra il bene 03) B...

COSA SI NASCONDE NELLA TESSERA SANITARIA?

In questi giorni  a casa stanno arrivando per posta le nuove tessere sanitarie con il microchip incorporato e la lettera di accompagnamento lo dichiara. Però non viene fatta alcuna menzione esplicativa dei codici che sono riportati sulle tessere di ogni italiano. Vi siete mai chiesti cosa c'è nella banda magnetica nera e a cosa servono i numeri presenti sulla nostra tessera? Analizziamo la tessera: Sul fronte sono riportati regolarmente i dati del possessore, nome cognome, luogo e data di nascita tutto ovviamente scritto in maiuscolo  in quanto ricordo che questo modo di scrittura del nome e del cognome si rifà al diritto romano e precisamente alla deminutio capitis . Nell'antico diritto romano la deminutio capitis comportava uno status (in latino il termine status significa posizione di un soggetto in relazione ad un determinato contesto sociale gerarchia o ruolo quindi uno stato sociale) della persona. I giuristi del tempo distinguevano tre tipi di capitis maxi...

CIA: PROGETTO GATEWAY, LA MENTE A COMANDO

  Per anni, la CIA ha investito nella ricerca su tecniche psichiche, tra cui quella del Gateway, che spingerebbe la coscienza umana oltre la realtà.  Aggiornamento: Quando abbiamo pubblicato questo articolo per la prima volta, il report della CIA sul processo Gateway si presentava con una pagina mancante—la 25—apparentemente decisiva per le sue conclusioni. In seguito, una persona ha contattato l’autore, inviandogli la pagina perduta. La trovate in fondo all’articolo, con un riassunto dell’analisi che ne ha fatto l’autore per VICE US in un secondo pezzo, che potete  leggere in inglese per esteso qui . Nel 1983, la CIA ha commissionato e sepolto per vent’anni, sotto segreto militare, un documento che è tornato a far parlare di sé nel 2021, grazie a   TikTok . Il documento descrive una tecnica chiamata Gateway, che è una specie di allenamento per concentrare le onde cerebrali in modo da alterare la coscienza e sfuggire ai vincoli del tempo e dello spazio. Motherboard H...