AUTORITRATTO DEL PITTORE
Pittore olandese del 1800.
Ha prodotto molte opere, se ne contano 864, con anche mille disegni, e una svariata serie di schizzi artistici di provenienza giapponese. Influenza la pittura del XX secolo ma rimane un incompreso, i suoi lavori non hanno subito riconoscimenti e sono apprezzati se non dopo la sua dipartita.
Vi propongo alcune sue opere, quelle che preferisco
I girasoli
Autoritratto
Night
Iris
Egli sin da bambino mostra la sua passione per il disegno ma solo a trent'anni, però, decide di essere un pittore nel vero senso della parola. Le sue maggiori opere risalgono agli ultimi due anni della sua vita, egli muore suicida a soli 37 anni.
Calcando il realismo dei pittori, della scuola Barbizon, e seguendo il messaggio etico e sociale di Jean-François Millet, disegna autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, rappresentazioni di campi di grano e fiori.
I primi anni della sua giovinezza lavora per un mercante d'arte e viaggia abbastanza, si reca a Parigi, Londra e Aia. Come desiderio brama diventare un pastore e ad un certo punto lavora come missionario in una regione mineraria belga dove ritrae alcune persone. Famoso è il quadro " I mangiatori di patate".
Si può dire che c'è una differenza tra le prime sue opere e quelle seguenti: inizialmente i suoi dipinti possiedono un colore smorto, solo in seguito si ha l'esplosione della tavolozza e i toni dapprima cupi, diventano smaglianti e vividi.
Ad un certo punto conosce gli impressionisti e dopo il matrimonio si trasferisce e il luogo dove vive gli fa scoprire la luce abbagliante, la stessa che spicca nella seconda fase del lavoro.
E' molto legato al fratello Theo, mercante d'arte, che sostiene il pittore per tutta la breve esistenza aiutandolo anche economicamente. Oggi sono rimaste numerose lettere che, aiutano a conoscere il vero io di Van Gogh.
Della vita di Vincent, rimane momento oscuro, il periodo parigino, infatti non ci sono epistole con Theo in quanto i due fratelli vivono insieme.
Tutte le missive sono state riordinate e, poi, pubblicate, nel 1913, per volere della moglie di Theo per il timore che gli accadimenti emotivi del pittore oscurassero il genio.
Per la biografia basta andare su Wikipedia o altrove.
Purtroppo il pittore soffrì di tanti disturbi emotivi si accredita il fatto che la sua morte sia auto inflitta con un colpo di pistola.
Il successo è postumo ed oggi i dipinti più quotati sono quelli di Picasso e, appunto, Vincent Van Gogh.
La personalità del pittore ha influenzato musica, cinema, con brani e svariati film.
Roberto Vecchioni ha scritto un pezzo intitolato Vincent
Robert Altman, nel 1990 ha realizzato un film dal titolo Vincent & Theo, e Tim Roth interpreta il pittore
Per quanto riguarda l'aspetto mentale nessuno ha mai ben definito la malattia di Vincent e quanto abbia potuto influenzare la produzione artistica.
Ci sono stati vari dibattiti e oltre 150 psichiatri si sono interessati dei disturbi con il risultato di 30 tipologie diverse di diagnosi: c'è chi dice schizofrenia, chi disturbo bipolare, chi sifilide, epilessia del lobo temporale, porfiria acuta intermittente, insonnia, consumo di alcool, assenzio. Insomma un mare di ipotesi ed incertezze.
L'unica vera verità è che guardando i dipinti, almeno per me, il movimento delle scene, l'accostamento dei colori, la luce, fanno sembrare che il dipinto abbia in se una vita che voglia sgorgare impetuosa fuori dalla tela per prenderti per mano e portarti con lui.
Se volete ecco un documentario
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