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IL MISTERO DEL MANOSCRITTO SEGRETO (6° EPISODIO): CI SI RITROVA NUOVAMENTE

Non era riuscito a recarsi prima nel suo studio ma, finalmente, dopo una settimana poté immergersi nel suo infinito mondo di meraviglie e misteri.
Allora, disse fra sé e sé, cosa mi nascondi? Chi sei? Chi ti ha messo lì? Quante domande e quante risposte! Da dove avrebbe iniziato? Innanzitutto, doveva capire che materiale era, quindi, decifrare la lingua e capire cosa c'era scritto.
Prese il telefono e chiamò Laura.
"Ciao, come va?" 
Dopo qualche secondo e un lungo sospiro, la ragazza rispose "cosa vuoi Carlo? Ti avevo detto di non farti più sentire e mi sembrava di essere stata molto chiara. Allora?"
...Uhm! non ti arrabbiare subito, ho solo chiamato per chiederti se puoi aiutarmi. Vedi ho qui, in facoltà, qualcosa che vorrei mostrarti. Passa più tardi.  Analizzi e ne parliamo. Giuro non c'è nessun altro motivo è solo per lavoro. Credimi questa volta, ti prego."
Laura ci pensò su, per una decina di secondi, rispose che sarebbe passata nel primo pomeriggio, ammonendolo che non avrebbe accettato nessuno scherzo da parte sua." Guarda che mi incavolo come una iena se è una balla. Non prendermi per i fondelli. Ormai con te non ho più pazienza e non intendo neanche averne. E' tutto finito. Allora, verso le tre sono da te, ma se nel frattempo ci ripensi chiamami non farmi venire per nulla. Ok, ci siamo intesi? Di stronzi ne ho conosciuti tanti ma tu li batti tutti perciò se è per lavoro, come tu affermi, va bene...ma per il resto non esisto più per te.  Capito?"
"No no Laura, è veramente una questione di lavoro; mai ti avrei chiamato. E...scusa, in effetti con te non mi sono comportato bene, anzi...Comunque non ci sono parole per quello che è accaduto tra noi, solo il tempo può aiutare! Ti aspetto, ciao."

Dopo la telefonata, sulla sua agenda, Carlo segna una X in fianco a Laura.
 "Bene ed ora non resta che sentire Enrico Sara e Luca e poi siamo come ai vecchi tempi. Tutti e cinque di nuovo insieme".
Mentre attendeva l'arrivo degli amici, Carlo tirò fuori il documento, lo pose sul tavolo, accese il suo SoundDock e quella stupenda sinfonia si diffuse per la stanza.
Adorava lavorare ascoltando la musica classica e quel pezzo gli ricordava il giorno che conobbe tutti e quattro.

                             

Allora erano cinque ragazzi, giovani, pieni di sogni e tante speranze. La vita, così credevano, avrebbe serbato per loro giorni di gloria e fama: sarebbero divenuti famosi, ricchi e importanti. Intanto frequentavano l'Università, studiavano e trascorrevano il resto del tempo andando a scalare montagne, sciando e chiacchierando.
La domenica mattina, solitamente all'alba, si trovavano in piazza e, dopo un bel cappuccino fumante con brioche calda, partivano alla conquista di qualche pista o qualche cima. Tutto filava liscio, erano inseparabili, ma poi si innamorò di Laura. Non sapeva perché, accadde all'improvviso. Una passione che lo coinvolgeva e lo estraniava da ogni cosa; nulla più lo interessava, ogni suo pensiero era rivolto a lei. Ma quanto soffrì il giorno che scoprì che lei era insieme ad un suo compagno di corso. Perché non gli aveva detto nulla? E' possibile che lei non si era resa conto di quanto lui l'amava e la desiderava? Le donne, a volte, hanno la delicatezza di un elefante, soprattutto se non rientri nella sfera delle cose che interessano a loro.
Quando finalmente, preso il coraggio a due mani, riuscì a parlare e dirle del suo amore...Beh! proprio non credeva alle sue orecchie, scoppiò a ridere e ridere, non si fermava più e così preso dalla collera, purtroppo, la mano fu più veloce del pensiero. Si sentiva offeso e la razionalità, era andata in stand-by, non aveva mai alzato un dito contro nessuno e dopo quel giorno non era più successo. Ma Laura non lo perdonò mai.

Bene erano le tre, circa. Preparò del caffè e il tè, quello al gelsomino che adorava tanto Laura e si sedette sulla poltrona, in attesa. Da un momento all'altro alla porta sarebbero comparsi i loro visi e, più importante ancora, avrebbero iniziato a lavorare. Accomunati, come una volta, dalla passione della ricerca, del voler scoprire e capire. Forse  avrebbero ritrovato l'armonia e l'antica amicizia sarebbe ricomparsa, bella , limpida e gioiosa come tanto tempo fa.

Ad un certo punto sentì una voce che diceva, "eccomi qua non sono in ritardo, vero"?
Il viso di Enrico fu il primo che comparve.



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