I Narcisisti. Così diceva il famoso Woody Allen:
Non sono narcisista, né egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso.
E allora, chi saresti stato?
Giove!
Ed ecco a voi la favola, in cartone animato di Narciso ed Eco
Prima di chiudere Vi propongo di andare qui, è un sito, Niente ansia .it dove c'è un test per vedere se si è, e in che quantità, narcisisti. E' un gioco, però che male fa no?
Nel mondo attuale ci sono tanti narcisisti oppure è solo un mito?
Non sono narcisista, né egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso.
E allora, chi saresti stato?
Giove!
Sigmund Freud
Si può dire che secondo Freud, il padre della psicoanalisi, il bambino inizialmente è narcisista, un po' come i gatti o tutti gli animali da preda. Egli, infatti, si basa sulla sua autosufficienza ed inaccessibilità.
Sembra quasi assurdo, ma un bambino piccolo si aggrappa a colui, la madre, il padre o un fratello, che si prende cura dei suoi bisogni.
Perciò inizialmente siamo tutti dei piccoli Narcisi.
Crescendo si forma un carattere più o meno narcisistico. E' doveroso, a questo punto, penetrare dentro a questo tipo di personalità per vedere se sussiste un narcisismo "sano" o patologico.
Il primo implica un bisogno dell'Io, del tutto lecito e che i genitori devono incoraggiare, perché fanno parte del corredo naturale di ciascuno di noi.
Comprende i bisogni di considerazione, di risonanza, di comprensione, di partecipazione e di rispecchiamento.
Il bambino ha il bisogno di vedere che la sua persona è oggetto di interesse da parte di chi si prende cura di lui, in primo luogo i genitori, così si ottiene una risposta, un'eco da parte del bambino medesimo. Solo così fa l'esperienza di esistere realmente con i suoi pensieri e le sue emozioni, così impara a comprenderli. E' molto importante tutto ciò in quanto una volta superata questa fase il carattere, inizialmente fragile, si fortifica e si sviluppa.
Nei casi patologici i bisogni narcisistici provengono dai genitori che, come bambini, sono in cerca di una figura disponibile e, paradossalmente, il bambino lì pronto, assume questo ruolo. Il piccolo, in questo frangente, non cresce e non si sviluppa in modo autonomo ma plasmato per diventare quello che vuole e come piace al genitore.
Così una volta divenuto adulto quando sarà lui il genitore, riverserà sul figlio il suo bisogno narcisistico che non ha potuto sfogare nella sua infanzia. Questo comportamento causa la negazione dei sentimenti, ossia, l'impossibilità di vivere in modo cosciente e "maturo" la gelosia, l'invidia, la rabbia, l'impotenza, la paura.
Nei casi patologici le persone narcisistiche sembra che ci sia un'impossibilità di amore oggettuale.
Nei casi patologici le persone narcisistiche sembra che ci sia un'impossibilità di amore oggettuale.
Questi sentimenti forti possono essere vissuti da un bambino solo se al suo fianco ha una persona capace di accettarli, comprenderli, cioè lascia libero il bimbo di esprimerli. Praticamente come afferma Bion, deve esserci un genitore contenitore.
In un bambino che vive un narcisismo "negativo" accade che da una parte il genitore trova un falso sé del figlio ed in esso crede di avere la tanto desiderata gratificazione dei bisogni infantili insoluti e, dall'altra parte, il bambino trova nella conferma del proprio falso sé da parte del genitore la gratificazione illusoria del proprio bisogno di amore. Ad entrambi sfugge l'illusorietà di questo tipo di rapporto, un rapporto fondato non su bisogni autentici del vero sé, ma sull'immagine del sé.
L'esito è drammatico: il piccolo non riesce e non può soddisfare i bisogni del genitore, egli non può, infatti, contenere i profondi sentimenti dell'adulto, e, quest'ultimo, finisce con il non amare il bambino reale ma il suo falso.
Poiché in questo caso il bambino non è in grado di vivere il suo rapporto affettivo in modo sereno egli imparerà a vivere in un Io ideale e conseguentemente svilupperà una personalità narcisistica. In seguito e, per tutta la vita, questa persona cercherà nei rapporti con gli altri, compagno/a di vita, figli e amicizie, conferme del suo falso Io.
NON sto qui a scrivere la biografia. Ve la propongo con un documentario da YouTube.In un bambino che vive un narcisismo "negativo" accade che da una parte il genitore trova un falso sé del figlio ed in esso crede di avere la tanto desiderata gratificazione dei bisogni infantili insoluti e, dall'altra parte, il bambino trova nella conferma del proprio falso sé da parte del genitore la gratificazione illusoria del proprio bisogno di amore. Ad entrambi sfugge l'illusorietà di questo tipo di rapporto, un rapporto fondato non su bisogni autentici del vero sé, ma sull'immagine del sé.
L'esito è drammatico: il piccolo non riesce e non può soddisfare i bisogni del genitore, egli non può, infatti, contenere i profondi sentimenti dell'adulto, e, quest'ultimo, finisce con il non amare il bambino reale ma il suo falso.
Poiché in questo caso il bambino non è in grado di vivere il suo rapporto affettivo in modo sereno egli imparerà a vivere in un Io ideale e conseguentemente svilupperà una personalità narcisistica. In seguito e, per tutta la vita, questa persona cercherà nei rapporti con gli altri, compagno/a di vita, figli e amicizie, conferme del suo falso Io.
Ed ecco a voi la favola, in cartone animato di Narciso ed Eco
Prima di chiudere Vi propongo di andare qui, è un sito, Niente ansia .it dove c'è un test per vedere se si è, e in che quantità, narcisisti. E' un gioco, però che male fa no?
Nel mondo attuale ci sono tanti narcisisti oppure è solo un mito?
Secondo alcuni studi effettuati in varie Università come Harvard, Stanford e Berkeley, oggi non difettano i narcisisti, anzi sono in aumento e, generalmente, sono presenti in rete, magari su Facebook o Twitter dove gonfiano il loro ego e controllano la percezione che hanno di loro le altre persone.
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