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NARCISO

In natura 

Il fiore di narciso è molto bello, e spunta ogni primavera nel mio giardino.
appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, dal greco narkao=stordisco in riferimento all'odore penetrante. Altri, invece, sostengono che derivi da una parola araba che si pronuncia Nargis. 
Non è una pianta che ha bisogno di molte cure e, se è piantato in giardino, il bulbo ogni anno ributta e, in più , si duplica. Almeno a ma succede così!

In Letteratura

Mitologia greca

E' famosissima la storia di Narciso. Figlio  della Ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso, in una versione.
In un'altra i genitori sono Selene e Endimione. Comunque, è una figura egoista e crudele non ama nessuno e disdegna ogni persona. Per punizione divina, si innamora di se stesso, o meglio della sua immagine riflessa in uno specchio d'acqua, e si lascia morire perché si rende conto che il suo è un amore impossibile da realizzare.

Ci sono varie versioni di questa leggenda, una appartiene ai papiri di Ossirinco (città dell'Alto Egitto e capitale del XIX distretto, situata a 160 Km dal Cairo e prende il nome da un pesce del Nilo. Oggi la città di el-Behnasa occupa quasi tutta la città antica. Il pesce che dà il nome a questa antica città era molto importante nella mitologia greca perchè mangiò il pene di Osiride) e sembra che sia di Partenio (grammatico e poeta greco che ad un certo punto giunse a Napoli ed insegnò il greco a Virgolio). Un'altra  è nelle narrazioni di Conone (grammatico e mitografo dell'antica Grecia vissuto intorno al I sec a.C.), ma le versioni più conosciute sono quelle di Ovidio ( poeta romano contemporaneo di Orazio e, per breve tempo, anche di Virgilio) e quella di Pausania ( scrittore e geografo della Grecia antica vissuto intorno al 110 a.C).

Nella versione ellenica è una sorte di racconto morale dove il superbo ed insensibile Narciso viene punito dagli dei per aver respinto tutti i suoi pretendenti maschili, tra cui anche Eros. Solo Aminia non si da per vinto ed allora il bel Narciso gli dona una spada perché si uccida. Aminia gli ubbidisce e si trafigge, ma prima invoca gli dei per avere una giusta vendetta. Questa si compie e quando Narciso si contempla in uno specchio di acqua, rimane incantato dalla sua immagine innamorandosi perdutamente di se stesso. Capendo l'assurdità di questo amore, Narciso impugna la spada con cui si è ucciso Aminia e si uccide. Dalla terra dove si vera il suo sangue nascono dei fiori che portano il suo nome.

Mitologia romana

Si rifà alla versione di Pausania ma il pathos è aumentato.
Eco, una ninfa dei monti, si innamora di un giovane vanitoso di nome Narciso, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e Liriope, ninfa. Cefiso ha circondato questa ninfa con i suoi corsi d'acqua e una volta intrappolata la seduce. Dalla loro unione nasce un bellissimo bambino, Narciso. Liriope, preoccupata da tanta bellezza, interpella un profeta, di nome  Tiresia. Questo  predice che il ragazzo potrà arrivare alla vecchiaia solo se non vedrà mai la sua immagine.
Quando Narciso compie i sedici anni è talmente bello che ogni uomo e ogni donna, di qualsiais età se ne innamora. Narciso, molto orgogliioso, disdegna ogni attenzione. Un giorno la ninfa Eco segue furtivamente il bel giovane nei boschi per riuscire a rimanere sola con lui e rivolgergli la parola. 
Purtroppo Eco ha un difetto, più che altro è una punizione ricevuta da Giunone perché mentre raccontava una storia la ninfa continuava ad interromperla. Allora, la povera ragazza sarebbe stata costretta a ripetere per sempre le ultime parole udite.
E così mentre sta per iniziare a parlare sente Narciso che, poiché ode alle sue spalle un rumore, grida: "Chi è là?" Eco purtroppo anziché rispondere come doveva è costretta senza volerlo a ripetere la stessa domanda e così ripete "chi è là?", la cosa va avanti a lungo fino a che Eco, spazientita, esce e si fa vedere, anzi corre verso il ragazzo per abbracciarlo. Questi, in modo molto rude, la allontana intimandola di lasciarlo in pace. Eco ne rimane così sconsolata che decide di trascorrere il resto della sua vita in solitudine a piangere il suo amore non corrisposto. Anzi si dice che di lei rimane solo l'eco della sua voce.
Nemesi (il suo compito nella mitologia greca era quello di mettere ordine e dare giustizia ai delitti irrisolti o impuniti distribuendo o gioia o dolori a seconda di quanto era giusto perseguitando soprattutto i malvagi e gli ingrati) sente i lamenti di Eco ed allora decide di punire Narciso. Mentre quest'ultimo è nel bosco il ragazzo arriva davanti ad una pozza profonda e si accuccia per bere. In quel mentre vede riflessa la sua immagine e se ne innamora perdutamente senza capire che ciò che ha visto in realtà è se stesso. Solo in un secondo tempo capisce che è innamorato di se stesso e capendo che non potrà mai avere pace si lascia morire. Si compie così la profezia dell'indovino.
Le Naiadi e le Driadi ( le prime erano ninfe che presidiavano tutte le acque dolci possedevano capacità di guarigione e profetiche, le seconde delle querce) giungono per prendere il corpo del ragazzo e bruciarlo, ma non lo trovano e al suo posto ci sono  dei bellissimi fiori. Nel frattempo Narciso si trova sulla barca che sta traghettando le anime attraverso lo Stige per entrare nell'Oltretomba. Allora si affaccia su quelle acque nella speranza di vedere almeno ancora una volta il suo riflesso.

La versione di Pausania

Questi trova poco credibile la leggenda, anzi dice che la trova alquanto idiota, e così apporta una modifica. 
In realtà Narciso, che è molto bello, ma ha una sorella gemella, anche lei di una bellezza indescrivibile. I due giovani trascorrono molto tempo insieme andando sempre nei boschi a cacciare. Ma il fratello è innamorato perdutamente di sua sorella.Un giorno costei muore e così il giovane capisce che se lui vede la sua immagine e come se vedesse quella di sua sorella e così trascorre il suo tempo in contemplazione del suo riflesso ricordando la gemella. Non contento Pausania afferma anche che il fiore omonimo in realtà non è nato dal sangue di Narciso ma già esiste perché un poeta, Pamphos, vissuto tanto tempo prima, già parla di questi fiori. In un racconto epico si narra che Persefone quando fu rapita da Ade stava raccogliendo proprio i narcisi.


Questo personaggio ha ispirato tantissimi artisti, sia nell'antichità sia ai giorni nostri.
In pittura, ad esempio, Caravaggio dipinse un bellissimo quadro, così come Dalì

 Il Narciso di Caravaggio

Il Narciso di Dalì
In letteratura questa figura è stata ripresa da Oscar Wilde, Keats, Dostoevskij, Stendhal, Pascoli, Hermann Hesse, e anche Paulo Coelho, nell'alchimista.

In musica Bob Dilan nel 1984 scrisse un brano dal titolo License to Kill

                   
Una band greca metal  ha inciso il pezzo Narcissus, andate qua  per ascoltarla


Alanis Morisette

                     

Cramberries in the Laffodil lament ( secondo me stupenda)

                    

e anche dei cantanti italiani come Carmen Consoli con Stato di necessità qui.

Anche in psicologia, e più precisamente Freud, ha parlato di Narciso nel trattato intitolato "Introduzione al narcisismo", ma questa è un'altra storia che troverete nel prossimo post.
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