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DUE PESI DUE MISURE

Tanto tempo fa questo detto aveva ragione di esistere ed era vero; un oggetto poteva aver misure differenti.

Oggi siamo abituati ad avere tutti, sia che ci troviamo in Italia, sia in Germania o in Giappone, un sistema di misura metrico decimale uguale. Ma non sempre è stato così.
Se c'è una Babele per le lingue, una volta sussisteva anche per le misure. Il bello è che nel nostro Paese esistevano più modi per misurare. Come tutti sappiamo l'Italia è una Nazione abbastanza giovane,  anticamente era divisa in tanti piccoli Stati o meglio Comuni, Signorie, Ducati ed ognuno aveva il suo modo e nome.

Prima di scrivere alcune curiosità vorrei dire che ad esempio in Giappone ancora oggi, seppur molto raramente, viene utilizzato lo shaku.

Questo è un'unità di lunghezza e corrisponde ad un piede. Inizialmente venne ricavato dalla natura ossia era la lunghezza tra due nodi presenti nelle canne di bambù. Nel 1891 uno shaku equivaleva a 30,3 cm ed un metro era formato da 3,3 shaku.

Esisteva anche lo shaku delle stoffe e la sua misura era differente, per non fare confusione si decise di chiamare lo shaku delle stoffe kujirajaku.
Nel 1966 il governo Giapponese impose l'abbandono delle antiche unità di misura per adottare quelle internazionali, anche se nella carpenteria è ancora in vigore l'uso del ken (un ken è formato da sei shaku) e del jo (formato da dieci shaku). La distanza tra due pilastri  nei templi buddisti  e nei santuari shintoisti equivale ad un ken.

Ma nel nostro paese che unità di misura esistevano? 

Nei primi tempi l'uomo sentì la necessità di misurare lunghezze, pesi e questa esigenza aumentò man mano che si intensificavano gli scambi. Sorse quindi il problema della misura. L'uomo aveva una misura a portata di mano, o meglio del corpo i piedi, il palmo, il braccio;  le usò.
Per le superfici ed i volumi giunse a quadrarle e a cubarle. 
Per quanto riguarda i liquidi si avvalse dei barili, botti, mastelli, secchi, boccali, insomma degli oggetti in uso. Quindi in ogni popolazione nacque una misura diversa. Questa diversità fece insorgere grandi problemi quando iniziarono gli scambi fra tribù o paesi differenti: ognuno aveva un'unità differente, oltre al nome e questo procurava abbastanza caos. Servivano equivalenze, conteggi, riduzioni per poter giungere ad un accordo. Tutto ciò rendeva difficile il lavoro.

Durante l'impero di Roma si trovò un periodo di pace , Roma come tutti sappiamo conquistò molte terre e usava in ciascun paese lo stesso sistema. Appena, però, l'impero romano terminò ritornò la confusione. 
In Italia ogni regione aveva la sua unità ed il suo sistema, ad esempio in Piemonte c'era la pertica (misurava poco più di 6 metri), per le superfici, la giornata che equivaleva a 100 tavole, una giornata = 3800 metri quadrati. Per le unità di capacità si usava la brenta (=50 litri); per il peso il rubbo (9KG), la libbra (369gr) l'oncia (31gr). In Liguria per le stoffe troviamo il palmo (30cm); in Lombardia il braccio ma la misura era diversa. Se poi il termine era uguale, come nel caso tra Piemonte e Lombardia del miglio, la misura variava, nella prima regione un miglio era m.2467, nella seconda m.1785. In Sicilia c'era la corda (m.33) che valeva come quattro catene (m.8,25) queste a loro volta valevano quattro canne (m.2,06) e a sua volta una canna valeva otto palmi (m.0,258). Per le misure di superficie c'era la salma (175 are) che equivaleva a 16 tumuli che a loro volta valevano 16 carrozzi. Per i pesi c'era il rotolo (gr.800 circa), il dramma (gr.3,3) lo scrupolo (gr.1,1). Nel Veneto per i liquidi si usavano la botte (750 litri), i mastelli e le secchie.

Come potete ben notare veramente era una Babele e così ad un certo punto qualcuno prese la decisione di unificare tutte queste unità di misura.

A tal proposito tempo addietro lessi un bellissimo libro, che consiglio vivamente, di Denis Guedj "Il metro del mondo" .




Bisogna aspettare una grande rivoluzione per giungere ad ottenere l'unificazione delle misure. Sappiamo tutti che in Francia, tra il 1789 e il 1799,  ci fu la rivoluzione francese. E' proprio in questo travagliato periodo che qualcuno fece presente all'Assemblea di Francia i gravi problemi delle diversità delle misure. L'Assemblea decise che effettivamente era tempo e luogo di sostituire questa confusione con un nuovo metodo così da rendere più agevole il lavoro e la comprensione. Il 1° maggio del 1790 si propose di usare come unità di misura la lunghezza del pendolo che batte i secondi a livello del mare ma questa proposta non venne accolta perché presentava troppi lati negativi. Il fisico francese Borda, propose di usare una misura che derivasse da un elemento geografico della terra, così avvenne. I maggiori studiosi francesi del tempo vennero invitati a riunirsi in Commissione per determinare la distanza sul meridiano tra Polo Nord ed Equatore. Da questa con addebiti rapporti si sarebbe definita l'unità di misura. Collaborarono all'iniziativa il Piemonte con Lagrangia, famoso con il nome Lagrange. Questi era un astronomo e matematico che viveva a Torino, collaborarono anche Délambre e Méchain, che precisarono la misura lineare dell'arco di meridiano tra Dunkerque e Barcellona. Si determinò il quarto del meridiano terrestre. Compiuto questo passo si prese come base la decimilionesima parte di questa lunghezza e la chiamarono metro. Dal metro si definirono le altre misure: per i pesi si stabilì quello di un centimetro di cubo d'acqua distillata chiamandolo grammo, per i liquidi fissarono la capacità di un decimetro cubo nominandolo litro. Giunsero poi i multipli e i sottomultipli delle unità variandole nell'ordine dei decimali, cioè secondo le potenze del 10 e per questo tutto il sistema è detto metrico decimale. Infine questo concetto venne allargato per i valori monetari, del tempo e per la misurazione degli angoli. Questo grande lavoro terminò il 22 gennaio 1799, otto anni e mezzo dopo la Commissione decretò il fine lavori e sottopose al Governo francese il risultato e i prototipi delle varie unità. I campioni del metro e del chilogrammo sono in platino e oggi sono custoditi negli Archivi della Commissione Internazionale di pesi e misure a Sèvres, presso Parigi.

Per quanto riguarda il libro vi rimando a leggere la trama e la recensione qui: "Il metro del mondo"

Per maggiori approfondimenti sui campioni delle unità di misura vi rimando al sito torinoscienza, dove ci sono due interessanti articoli, il primo riguarda la spiegazione dei campioni, il secondo la "spinosa questione del chilogrammo".

Interessanti sono, inoltre, questi articoli:  "Il chilo perde peso sfida tra gli scienziati", "il chilogrammo è in crisi", "Se il chilo non pesa un chilo"

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