Vi ricordate il film Matrix? In una scena facevano vedere che il protagonista, Neo, vede per due volte un gatto nero e Trinity gli dice che è un déjà vu.
La sensazione di aver già visto un'immagine o di aver già vissuto in precedenza un certo avvenimento rientra in un fenomeno psichico di alterazione dei ricordi.
A volte può essere dovuto perché una scena simile è stata vissuta in sogno, però altre volte si ha quasi la percezione che in realtà la figura o il vissuto sia già accaduto in un momento passato. Le spiegazioni che sono state date vanno dall'alterazione temporanea delle funzioni cognitive di riconoscimento alla forma patologica, se questi fenomeni sono cronici.
Infatti se accade troppo spesso questa situazione allora sono presenti patologie del lobo temporale che impedisce la consapevolezza della memoria. I bambini sembrano immuni a questi eventi perché non hanno ancora raggiunto un certo sviluppo a livello cerebrale. Come afferma il Dottor Brown, nel suo libro "Déjàvu experience", dall'età dell'adolescenza iniziano tali manifestazioni soprattutto se si vive momenti di stress o di stanchezza. Inoltre, egli identifica trenta possibili spiegazioni raggruppandole in quattro sottogruppi: spiegazioni puramente neurologiche (epilessia), teoria del processamento duale (la memoria coinvolge due sistemi neurali ricordo e familiarità), teoria attenzionale (dove si vive prima un leggero blackout e poi l'informazione riprocessata) teorie mnestiche (qualcosa che è stato immaginato o visto in un sogno).
In breve il déjàvu è un insieme di più cause sovrapposte.
Poiché è permeato da un alone di mistero, da sempre i filosofi, i poeti, i religiosi e gli scienziati se ne sono interessati.
Aspetto religioso:
questa sensazione è stata collegata al concetto di trasmigrazione delle anime, dove improvvisamente ci si ricorda di momenti di vite trascorse. Sant'Agostino diceva che era una trappola diabolica, frutto del demonio.
Aspetto filosofico:
Aristotele affermava che solo i matti potevano avere certe esperienze, Nietzsche considerava il déjàvu un ritorno all'uguale, mentre per Freud non era un'illusione bensì una reale fantasia radicata nell'inconscio.
Se desiderate approfondire potete andare su questo sito CICAP.
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Bodei Remo partendo da un incipit di Shakespeare del sonetto 123 "No, Tempo, tu non ti vanterai che io muti! / Le tue piramidi costruite con rinnovata potenza / non sono per me nulla di nuovo, nulla di strano: / soltanto rivestimenti di uno spettacolo già visto ...". ripercorre il déjàvu nel suo libro "Piramidi di tempo, storie e teorie del djàvu" edito da il Mulino e in vendita presso IBS.it in formato cartaceo al prezzo di 12,00 euro.
Se volete leggere altro vi propongo l'intervista a Remo Bodei: "L'epoca delle passioni inattese" a cura di Anna Taglioli.
Infine da YouTube un video di Orsobyanco.
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