Nella vostra vita vi è mai capitato di trovare tra le onde una bottiglia dove al suo interno è racchiuso un messaggio? Oppure, avete provato ad inserirne uno e poi affidarlo alla corrente?
A me non sono mai successi eventi simili, anche se mi piacerebbe un giorno leggere un vecchio scritto che qualche cuore ha consegnato alle onde. Deve essere emozionante.
Oltre a questa storia, raccontata da Orsobyanco in YouTube, il tempo ha consegnato tanti altri messaggi, più o meno avvincenti e romantici. Il più antico risale al 1913. Un ragazzo si trovava in gita, con alcuni amici, ad un certo punto mentre era seduto in una spiaggia del Mar Baltico, dopo aver terminato di sorseggiare la sua birra scrisse su un pezzetto di carta un messaggio dedicandolo al padre. Lo inserì nella bottiglia di birra, lo tappò e poi lo consegnò al mare. Dopo 101 anni questo foglietto è stato pescato e, dietro una perizia, sono riusciti a risalire agli eredi. Prontamente la signora Angela Erdmann, di 62 anni, ha ricevuto lo scritto di suo nonno, Richard Platz. Chissà che emozione avrà provato!
L'usanza di mettere messaggi nelle mani del mare è antica risale ai greci e più precisamente a Teofrasto, filosofo vissuto nel 310 a.C.. Egli voleva, con questo metodo, dimostrare che il Mediterraneo è formato da un afflusso di acqua proveniente dall'Oceano Atlantico.
Più avanti, siamo nel XVI secolo, l'allora regina d'Inghilterra , Elisabetta I, poiché pensava che alcune spie potessero comunicare mediante i messaggi in bottiglia, ideò una nuova carica lo "stappatore di bottiglie oceaniche ufficiale" nel caso di un ritrovamento; con il monito che chiunque si fosse azzardato ad aprire una eventuale bottiglia ritrovata a galleggiare, sarebbe incorso nella pena di morte mediante impiccagione.
Nel secolo seguente un marinaio giapponese che di professione era cacciatore di tesori, Chunosuke Matsuyama, naufragò con il suo equipaggio, 43 uomini, in un'isola del sud del Pacifico. Decise di lasciare al suo compagno di vita, il mare, gli ultimi suoi pensieri incidendoli su di un pezzetto di legno. Lo racchiuse in una bottiglia che consegnò alle onde. Questa venne rinvenuta nel 1935 da un abitante dell'isola che diede i natali a Chunosuke.
Durante la prima guerra mondiale alcuni soldati, oramai certi che la fine era prossima, decisero di scrivere il loro ultimo saluto ai propri cari racchiudendo i fogli in bottiglia gettandola, poi, in mare.
Sempre nel 1900, più precisamente il 1915, il marinaio di un transatlantico, il Lusitania, che stava affondando scrisse questa frase: " Sono sul ponte insieme ad altre persone che stanno pregando. L'ultima scialuppa è stata calata in mare. Affondiamo rapidamente. Possa questo messaggio..."
L'usanza di affidare alle correnti marine degli scritti rimane tutt'ora in voga e generalmente viene usata dagli oceanografi per scopi scientifici.
Il climatologo dell'Institute of Ocean Science canadese, Edy Carmac, ha realizzato un progetto il Drift Bottle Project, pensate che un ragazzino di 11 anni è coinvolto in questa ricerca, per maggiori informazioni consiglio anche l'articolo La scienza in una bottiglia , il messaggio in bottiglia più vecchio del mondo del National Geographic e la fantastica storia dei messaggi in bottiglia di Periodico Italiano Magazine.
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