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I PIRATI E LA PIRATERIA



Nel nostro immaginario siamo abituati a vedere i pirati come uomini forti che non sempre erano relamente cattivi magari potevano essere anche bellocci e di buon cuore .  Spesso nei film sui pirati ci sono di mezzo belle fanciulle indifese, insomma abbiamo un po' romanzato questa figura. 
In realtà non è così. Ci sono punti di mare dove la navigazione è estremamente pericolosa.

La definizione di pirata risale a Cicerone "hostes humani generis". Erano tutti quegli uomini dediti ad un'attività illegale rivolta contro i romani, In seguito diventa una guerra corsara di base economica in supporto alle nazioni che rilasciavano la licenza. Nelle acque del Mediterraneo queste azioni erano un confronto costante tra cristiani e musulmani da un lato,  dall'altro erano volute dalla Francia e dall'Inghilterra per indebolire la Spagna. Grandi città, come Tripoli, Tunisi e Algeri sono roccaforti corsare e, al contempo, centri commerciali.
Oggi giorno l'attività piratesca è ancora molto diffusa però ha un'altra connotazione è, infatti, intesa come pericolo per la libera circolazione delle merci e per la sicurezza degli scambi commerciali.

Poiché si assistono a svariate azioni piratesche nei mari del nostro pianeta, nel 1992 l'International Maritine Bureau ha costituito il Piracy Reporting Centre a Kuala Lampur in Malesia.
Questo ufficio è un vero centro investigativo, qui convergono tutte le informazioni inerenti alla pirateria, assiste i marittimi, collabora con le autorità locali, divulga bollettini alle compagnie marittime associate all'I.M.O, per tenere informati sulle linee di traffico marittimo ritenute ad alto rischio.
L'I.M.O., International Maritime Organization ha delineato delle zone più ad alto rischio:
Africa Orientale: gli attacchi pirateschi avvengono nella zona più prospiciente alla Somalia. Generalmente si  assiste ad attacchi pirateschi con il fine di ottenere un riscatto per la liberazione delle navi e degli equipaggi. Ci sono i classici abbordaggi e, poi, il dirottamento della nave verso porti noti. Ogni attacco navale viene eseguito con l'uso di armi. Non mancano gli abbordaggi anche alle navi ancorate.
Oceano indiano: generalmente sono prese di mira le navi che sono nel porto del Bangladesh. I pirati si avvalgono di piccole imbarcazioni che si affiancano alla nave e l'abbordano per razziare generi alimentari. Appena l'unità attaccata lancia un allarme i predatori l'abbandonano. Gli interventi del corpo di difesa avvengono con tempi lunghissimi. Nelle acque territoriali irachene  gli assalitori usano armi e generalmente cercano di prendere ostaggi per ottenere un riscatto monetario. Qui le autorità navali intervengono con modi molto forti e repressivi. 
Mar della Cina:le acque di questa zona sono ritenute a rischio soprattutto quelle vicine ai porti. generalmente gli abbordaggi non avvengono in alto mare e sono effettuati per razziare i carichi. Le autorità non intervengono in modo repressivo.
Stretto di Malacca: le acque della zona di Sumatra sono le più pericolose, qui avvengono svariati attacchi con l'impiego di tante armi  per mettere totalmente fuori uso la nave. Sono segnalati gli interventi delle autorità che stanno tentando di arginare il problema.

Sotto l'aspetto giuridico è in vigore una specie di decreto riconosciuto da tutti gli Stati che dichiara illegale ogni tipo di atto di violenza perpetrato contro una nave , criterio delle due navi. Perciò ogni Nazione ha il diritto di intervenire e di arrestare i fautori di queste azioni inoltre ogni Stato può intervenire anche sulle acque internazionale, anche se è in zona libera rispettando le proprie leggi.

Nel 1985 l'Achille Lauro, una nave passeggeri, venne dirottata. Dopo quell'avvenimento ci fu la Convenzione di Roma dove vennero delineate delle linee guida internazionali per definire quali sono  le azioni da considerarsi criminose:
controllo e cattura di una nave usando violenza o minaccia
violenza contro un individuo a bordo che pregiudica la sicurezza della nave
distruzione della nave o azioni che mettono in serio pericolo la sicurezza della navigazione
collocare sul mezzo un dispositivo atto a distruggere o compromettere l'incolumità della nave
distruzione di servizi o installazioni che servono alla navigazione e che possono mettere in pericolo la navigazione
comunicazione di informazioni sbagliate che mettono in pericolo la navigazione
ferire o uccidere una persona a bordo 
In caso che avvenga uno di questi comportamenti ciascuno Stato può intervenire per impedire che l'autore/gli autori dell'illecito riescano a sottrarsi alle relative pene previste.
Purtroppo, però, non sono stati chiariti alcuni punti di estrema importanza, come, ad esempio, l'eventualità della presa di controllo da parte dei malviventi dell'intera nave.
Sembra che in questi casi sia compito dello Stato di bandiera a dover agire attuando sue regole.
L'Italia ha varato una legge che ritiene colpevoli tutti coloro che compiano atti di pirateria o terrorismo su una nave che batte bandiera italiana sia nelle acque nazionali sia in quelle di altri Stati 
Chi si macchia di pirateria contro navi italiane incorre in suddette  pene:
dal Codice di Navigazione- art. 1135 reclusione da 10 a 20 anni
                                           - art.1136 da 5 a 10 anni di carcere per il Comandante della nave che                                                       trasporta armi senza un regolare libretto di  bordo
 Inoltre ogni nave italiana deve essere munita di macchinari adeguati per lanciare l'allarme in caso di attacchi di pirateria.

Se desiderate approfondire per vedere come avvengono gli attacchi da parte di pirati somali vi consiglio l'articolo "Rapporto sulla pirateria somala" nel sito "crimelist".

Oppure potete leggere la pagina del sito della Costa-Italia.
E' stato girati un bel film che parla appunto della stria, realmente accaduta, di un attacco pirata vicino alla Somalia. L'attore Tom Hanks è il comandante di questa nave mercantile che subisce un abbordaggio e diventa ostaggio di pirati somali. Un bel film da vedere.


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