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NO AL PATRIOT ACT EUROPEO




Dobbiamo sapere, essere informati affinché in Europa e in Italia non venga accettato un Patriot Act. Purtroppo se stiamo a vedere ciò che accade in America, nel bene ma soprattutto nel male, dopo qualche tempo sbarca anche qua nel vecchio Continente che, forse dovuto dalla millenaria cultura, ci impiega più tempo per allinearsi alle novità, troppo spesso mal sane, degli USA. Quando crollarono le torri gemelle, oggi ormai è consolidato il fatto che sia stato un atto voluto dagli stessi governanti, venne varato il Patriot Act. Con queste nuove norme capestro della libertà gli americani divennero succubi del potere oscuro: senza alcun preavviso o bisogno di accettazione FBI, CIA e NSA possono controllare conversazioni telefoniche, conti e movimenti bancari, cartelle cliniche e i colloqui tra i detenuti e i loro avvocati non sono più privati. Le perquisizioni improvvise sono dichiarate legittime così come gli arresti preventivi, non serve più l'assenso della magistratura. Pensate che questa legge venne varata da Bush in una sola settimana. Doveva essere temporanea ma è ancora in vigore anzi, dirò di più. Stamane mi è arrivata una richiesta di firma da parte del movimento  Bill of Rights Defense Committee, Credo, quotidiano Kos, Demand Progress, Hullabaloo di Digby, Fight For The Future, politica estera Just, The Nazione, RH Reaity Check, RootsAction.org, USAction, Win Without War, l'altro 98%.
Qui si chiede di apporre la firma per fermare l'approvazione di questo emendamento da ghestapo. Wui di seguito leggete cosa dice la mail:

Dillo al Congresso di mettere una data di scadenza sulla incostituzionale sorveglianza Bulk

E 'tempo di inviare un messaggio che non permetteremo la sorveglianza di massa incostituzionale degli americani per continuare. Il governo ha usato il Patriot Act di rivendicare enormi nuovi poteri per spiare tutti noi.
È andato troppo lontano, ma il 1 ° giugno 2015, le disposizioni fondamentali del Patriot Act sono impostati per scadere - tra cui una disposizione che le affermazioni della NSA consente che raccogliere dati privati ​​su tutti i nostri telefonate. E 'illegale e inefficace, e deve fermarsi.
Ecco perché è il momento di dire il Congresso a mettere una data di scadenza sulla sorveglianza incostituzionale.
Questo spionaggio è così offensivo che lo sponsor originale del Patriot Act, rappresentante Jim Sensenbrenner, sta esortando i colleghi di firmare una lettera affermando che voteranno contro reauthorization se la legge non viene modificata per vietare sorveglianza di massa.
Più firme sulla lettera significano più potere per noi ei nostri alleati : Volete invitare i vostri legislatori a firmarlo? Ti invieremo loro una copia di questa nota sotto il nome di:
Caro membro del Congresso,
Entra Caro Collega la lettera del membro del Congresso Jim Sensenbrenner impegnandosi a contrastare reauthorization cieca delle disposizioni USA Patriot Act, che al tramonto nel mese di giugno. Le autorità rivendicazioni del governo in queste disposizioni violano le nostre libertà civili e la Costituzione. Sorveglianza di massa deve finire, o la legge deve essere consentito di scadenza.
Poche ore fa, l'intercetta ha pubblicato le ultime rivelazioni Bombshell da informatore Edward Snowden:. Britannico e spie degli Stati Uniti illegalmente violato il più grande produttore al mondo di schede SIM per rubare le chiavi di crittografia utilizzate per proteggere la privacy delle comunicazioni di telefonia cellulare in tutto il mondo [1]


Per ottenere un migliore senso di ciò che questo significa in realtà, prendere un secondo per leggere questo passaggio dal articolo di oggi:

"Con queste chiavi di crittografia rubate, le agenzie di intelligence in grado di monitorare le comunicazioni mobili, senza chiedere o ricevere l'approvazione da società di telecomunicazioni e governi stranieri. Possedendo i tasti evita anche la necessità di ottenere un mandato o di una intercettazione telefonica, lasciando alcuna traccia sulla rete del provider di servizi wireless che le comunicazioni sono state intercettate. "

Agenzie di spionaggio come la NSA sono letteralmente appena hacking in società di telefonia e di rubare le informazioni in modo da poter monitorare costantemente TUTTI NOI senza alcuna supervisione o controlli ed equilibri per proteggere le libertà civili e la libertà di parola.

Ora ecco la buona notizia. Quest'anno abbiamo la possibilità unica di segnare una grande vittoria per la privacy online e respingere gli attacchi della NSA. Porzioni chiave del PATRIOT ACT sono impostati per scadere questa primavera. Se siamo in grado di mobilitare il web per assicurarsi che essi fanno, faremo un colpo di alcuni dei programmi più abusivi del governo.
Noi di Lotta per il futuro crediamo nella libertà. È per questo che lottiamo per la neutralità della rete. È per questo che lottiamo contro gli accordi commerciali segrete come il TPP, ed è per questo combatteremo unghie e denti sia con la crittografia e l'azione per liberare la rete di sorveglianza di massa.

Vuoi unirti a noi? 


Grazie per tutto quello che fate,
-Evan A FFTF


Se volete leggere l'intero testo del Patriot Act lo trovate qui:




L’Unione Europea verso il Patriot Act
L’Unione Europea verso il Patriot Act

Entro la fine del 2015 entrerà in vigore la nuova normativa europea sul pnr, il personal number record, la “scheda” individuale di ogni passeggero che le compagnie aeree dovranno mettere a disposizione delle forze dell’ordine.

Il pnr raccoglierà tutti i dati del passeggero, l’anagrafica, le informazioni di viaggio ed elementi personali potenzialmente “sensibili”, come le preferenze sul pasto consumato a bordo (da cui si potrebbero desumere informazioni di tipo religioso), esigenze sanitarie e il metodo di pagamento del biglietto aereo.
Già nel 2013 la Commissione Libertà civili del Parlamento Europeo aveva bocciato, per una manciata di voti, una proposta di direttiva del 2011. Dopo gli avvenimenti parigini e il successivo incontro dei Ministri dell’Interno europei, si è arrivati a un accordo di portata storica, che si regge sul compromesso sul periodo di conservazione dei dati. La direttiva, nella sua stesura originaria, parla di cinque anni. Nella forma in cui dovrebbe essere approvata, saranno solo tre.
Il Ministro degli Interni italiano Angelino Alfano sostiene che “la disputa tra sicurezza e privacy è un conflitto tipico di questo tempo. In passato c’è stata una tutela molto accentuata della privacy. In questo momento occorre valutare molto bene il tema della sicurezza”.
Il prossimo passaggio sarà l’incontro tra i Ministri dell’Interno e della Giustizia previsto a Riga il 29 gennaio.
La Francia ha dichiarato di avere già pronta la piattaforma tecnologica per la raccolta, l’analisi, la condivisione e la conservazione dei dati.
Secondo il Dipartimento di Stato americano, ogni mese mille nuovi foreign fighters percorrono la rotta che viene ormai chiamata ”autostrada della jihad”. Diciottomila persone, tra le quali cinquemila con passaporto europeo, hanno già raggiunto la Siria partendo dall’Arabia Saudita, il nord Africa, l’Europa occidentale, passando per Istanbul.
Da Roma al Califfato ci sono quattro ore di volo e una di auto, a buon mercato. Un centinaio di euro per un volo low cost e cinquanta lire turche, corrispondenti a 25 dollari, per il passaggio in Siria. Nessun visto per i cittadini dell’area Schengen agli scali turchi, se non il timbro apposto nel passaporto dalla dogana che consente l’ingresso in Turchia per motivi turistici. Dopo una sosta in qualche albergo fra le montagne di Antiochia, si osserva attentamente il momento del cambio di guardia al confine. Attraversare è questione di minuti. Ad aspettare i foreign fighters in Siria ci sono già “i fratelli del Free Syrian Army”.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2015_01_19/L-Unione-Europea-verso-il-Patriot-Act-4116/

Il Patriot Act europeo.

TelecamereIl Grande Fratello sta arrivando. Lo stanno cucinando a fuoco lento approfittando cinicamente dellatragedia di Charlie Hebdo. Il modus operandi è sempre lo stesso: subito dopo un attentato, grazie alla pressione dei media, il cordoglio viene trasformato in paura. Qualche settimana dopo, quando gli occhi di stampa e tv si spostano su altro, arrivano le misure liberticide. E’ successo così all’indomani dell’attentato delle Torri Gemelle con il Patriot Act firmato da George Bush e scritto da CIA e FBI. Adesso il copione si ripeterà: i prossimi appuntamenti saranno il prossimo 29 e 30 gennaio a Riga con la riunione dei ministri europei degli Interni e il 9 febbraio con quella degli Esteri.
L’attacco alle libertà e il controllo sociale
Ecco cosa bolle in pentola: via alle restrizioni sul controllo delle conversazioni telefoniche, chat, e-mail, cartelle cliniche, transazioni bancarie. Aumenteranno le misure di controllo nell’utilizzo di internet. Per non incutere timore e scoraggiarne l’uso, l’utente non si accorgerà di essere sorvegliato. Sono chiare e inequivocabili, d’altronde, le parole del coordinatore Ue anti-terrorismo Gilles De Kerckhove che, in Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo, ha detto: “l’Unione europea deve trovare misure sottili per mantenere la sorveglianza di Internet“.
La direttiva sul PNR
Dietro la direttiva sullo scambio dati dei PNR (passenger name record) si nasconde una limitazione dei diritti fondamentali. Il PNR è un registro degli spostamenti che aggrega molti dati sensibili come i movimenti e le abitudini alimentari dei cittadini. Durante la scorsa legislatura questo provvedimento era stato già discusso e bocciato dal Parlamento europeo. Oggi, cavalcando l’onda emotiva della tragedia di Charlie Hebdo, tutti i dubbi manifestati in precedenza vengono messi sotto al tappeto.
Per il Movimento 5 Stelle questa è la strada sbagliata. Oltre che dannosi, questi controlli sono inutili. Ogni giorno nascono circa trenta applicazioni di scambi messaggi e voce che possono essere installate sui cellulari. Come possono le forze dell’ordine monitorare ogni singola informazione che passa nel mare magnum delle nuove tecnologie?
Il Patriot Act europeo
Per qualcuno interrogatori di garanzia, udienze preliminari, autorizzazioni preventive di giudici imparziali sono una perdita di tempo e un ostacolo per la giustizia. Non bisogna trasformare lo Stato di diritto in uno Stato di polizia. IlPatriot Act Made in Usa è stato un provvedimento normativo affrettato, incostituzionale e inefficace. Se i principi fossero copiati in Europa, il risultato sarebbe un controllo minuzioso del cittadino comune, mentre il terrorista troverà sempre delle soluzioni alternative, delle vie di fuga per sfuggire ai controlli.L’Europa non può rinunciare ai suoi valori fondanti: sarebbe paradossale limitarli o reprimerli in conseguenza di un bilanciamento di interessi che vedrebbe primeggiare la sicurezza sui diritti fondamentali.
Oggi il terrorismo è transnazionale
Le armi usate per Charlie Hebdo sono state comprate in Belgio e usate in Francia. I terroristi si erano esercitati in Yemen e avevano lottato in Siria. Misure nazionali, prese per soddisfare qualche opinione pubblica affamata di vendetta, non avrebbero nessuna efficacia perché è facile aggirarli in un mondo già globalizzato. C’è chi propone di superare il Trattato di Schengen e controllare le frontiere interne all’Europa. Anziché sprecare energie e risorse per vigilare sulle proprie frontiere, il Movimento 5 Stelle propone di controllare quelle esterne all’Unione, riuscendo così contemporaneamente a evitare e prevenire tragedie permanenti come quelle di Lampedusa.
Le proposte del Movimento 5 Stelle
Le forze di polizia degli Stati membri devono dialogare e cooperare. Nel recente caso di Charlie Hebdo, se i terroristi avessero preso la strada per l’Italia, anziché verso il Belgio, al confine sarebbero passati indisturbati perché le autorità italiane non erano state messe al corrente. Nel controllo delle informazioni su internet, bisogna prestare maggiore attenzione sulle reti parallele, quegli strumenti di comunicazione anonima (tipo TOR) dove si nasconde il mercato nero di armi e droga. A proposito di armi. Se si bombarda per il petrolio, non ci si può lamentare dopo delle conseguenze. A una azione corrisponde una reazione. Ecco perché i Paesi europei devono cambiare politica estera e di difesa.”




Purtroppo, come ci sta insegnando la storia, ciò che accade al di là delle acque del Pacifico alla fine arriva anche da noi. Perciò è stupido a mio avviso non interessarsi e soprattutto non fare nulla. Il destino degli uomini è uguale per tutti perché mentre noi popolo abbiamo in mente i confini e le differenze chi ci governa non lo tiene in considerazione. Sanno benissimo che il destino dell'umanità non è collegato ad una linea di confine inesistente delineata solo dall'immaginazione umana. Sin dagli inizi della comparsa umana tutti siamo sempre stati interconnessi. Ciò che accade a me è ciò che accade a te. Non ci sono differenze, non esistono barriere, non esiste il qui ed il là siamo uniti nello stesso destino perché siamo tutti parte di un progetto siamo connessi gli uni agli altri. I governanti da sempre sapevano questo e hanno fatto in modo di tenerlo più nascosto di non farcelo sentire e così ci hanno educato alla divisione, alla concetto di nazione, di colore, dii religione, di appartenenza politica di genere. Lo hanno fatto perché divisi loro hanno più potere. Sanno benissimo che se gli uomini del pianeta si unissero come lo sono loro per varare leggi distruttive della vita stessa, sarebbe la fine di questa società iniqua, sporca egoista. Tanti lo stanno dicendo e in ogni modo cercano di far comprendere che il risveglio è questo è l'assunzione di comprendere che nella singolarità di ciascuno è compresa la totalità perché è così anche in cielo. Senza spiegare la validità ce lo hanno insegnato nelle preghierine del mattino e della sera. In ogni cultura c'è questo concetto perché è un dato di fatto. Gli sconvolgimenti di un pianeta, ad esempio,  interessano la galassia di appartenenza e, quindi, quelle vicine, perciò l'intero cosmo. Nel Padre Nostro ad un certo punto si dice: "come in cielo così è in Terra". Quindi ora chiedo staremo a guardare ancora quando i quattro galoppini europei del potere oscuro si riuniranno per avviare la legge dittatoriale del  Patriot Act? Riusciremo una volta per tutte ad usare la globalizzazione a scopi di bene ed amore? Me lo auguro intanto come oramai sto facendo da tempo nel mio intimo seguirò la mia decisione di rivolgere un pensiero d'amore al grande progetto che ci ha voluto qui sulla Terra. Chiederò e desidererò amore perché solo nello stato di Amore ogni barriera e ogni conflitto viene cancellato.
Voi decidete ma sappiate che se non attuiamo un'azione amorevole unitaria dopo non potremo piangere perché dovremo dire che lo abbiamo voluto noi assumendo il classico atteggiamento di attesa e di chiusura che ci ha portato fino a qui.

Il dopo Charlie Hebdo serve un patriot act:

È possibile impedire nuovi attentati con i soli strumenti normativi e il codice penale? È utile intercettare tutto e tutti, se poi queste informazioni non vengono tradotte in atti concreti e i risultati sono diversi dalle aspettative?
Non c’è niente di peggio per le leggi di uno Stato che, in tempi di grande incertezza e di solidarietà emotiva, queste ondate di sentimenti travolgano la ragione e si trasformino in procedure eccezionali e d’urgenza, che finiscono poi per prevalere sul diritto comune. Noi italiani conosciamo bene questo meccanismo e di leggi, o meglio di decreti legge, ne abusiamo da tempo, proprio in ragione delle “condizioni di eccezionalità” cui la mala politica e la crisi economica ci hanno costretto e abituato. Ma questa volta stiamo parlando di un altro Paese, la Francia, culla tanto del diritto moderno quanto dell’illuminismo, e a lanciare il dibattito sono gli stessi cittadini francesi che, dai megafoni autorevoli della Francia intellettuale, che vanno da Le Monde a Le Figaro, pongono oggi la questione al centro del dibattito.

Dopo gli attentati di Charlie Hebdo, infatti, sui principali media francesi impazza ormai un dibattito feroce se adottare o meno una sorta di “Patriot Act” transalpino, ovvero una legislazione di emergenza volta a frenare la deriva terroristica che ha investito la Francia e che ora minaccia di espandersi anche nel resto d’Europa. Come noto, negli USA subito dopo gli attacchi terroristici al World Trade Center, il 26 Ottobre 2001 il presidente George W. Bush decise di proporre un pacchetto di misure atte a combattere il terrorismo internazionale (poi approvate per decreto il 13 novembre successivo) che emendavano una serie di libertà fondamentali per i cittadini americani e rafforzavano notevolmente il potere delle agenzie di intelligence americane.

Conosciamo bene le conseguenze di questa politica e, a giudicare dai risultati, non possiamo essere molto soddisfatti del potenziamento dei poteri del governo federale degli Stati Uniti che, dall’FBI alla CIA attraverso la longa manus dell’NSA, ha espanso la propria azione fino a diventare un Leviatano capace di intercettare persino le telefonate della Cancelliera Angela Merkel.

Il dibattito sul Patriot Act

Come scrive oggi Le Monde, con il Patriot Act “le commissioni militari sono divenute giurisdizioni, e nonostante la resistenza della Corte Suprema, esse hanno violato apertamente il diritto internazionale. I prigionieri di Guantanamo sono detenuti e torturati a Cuba a discrezione dei servizi americani, a margine di tutte le minime garanzie di legge degli Stati Uniti. L’ombra di questo diritto eccezionale è poi giunta in Europa”. Il Patriot Act doveva decadere nel 2005, ma è stato esteso e poi reso permanente nel 2006 nonostante le promesse di Barack Obama che, in seguito al caso Snowden del 2013, promise una sua modifica. Dunque, a tutt’oggi è ancora in essere.

In Francia non si arresta la polemica sulla gestione
del caso Charlie da parte dei servizi segreti…..


In Francia, dove non si arresta la polemica sulla gestione del caso Charlie da parte dell’intelligence, il parlamento ha già varato una legge in materia lo scorso anno (è stata approvata il 13 novembre 2014). Si tratta di norme che prevedono, ad esempio, il divieto di lasciare il suolo francese per i sospetti jihadisti e che hanno istituito il reato di “iniziativa terrorista individuale”. Eppure, come sottolinea ancora Le Monde, tali decreti non sono ancora stati tutti firmati ed è chiaro che il nuovo testo “non impedisce le partenze per la Siria e non soddisfa le caratteristiche del delitto di Parigi”, come dimostra la cronaca degli ultimi giorni.

La politica e il controllo parlamentare sull’intelligence

Se è vero che in Francia testi anti-terrorismo si sono collezionati sin dal 1986 è altrettanto evidente, però, che le leggi da sole nulla possono. Ecco perciò che oggi è sterile cercare una ragione della fallita prevenzione del terrorismo nei disservizi dell’intelligence transalpina. L’intelligence, per quanto colpevole, appare più come un capro espiatorio che non altro. E a dimostrarlo è ancora il comportamento della politica francese che, a fine 2014, sembrava assai più concentrata nelle lotte intestine per la spartizione di poteri e deleghe, che non interessata a come prevenire le minacce esterne alla République.

Ne siano prova le due querelle sorte all’interno della Delegation Parlamentaire au Renseignement (DPR), la delegazione parlamentare per l’intelligence creata per iniziativa del presidente Nicolas Sarkozy nel 2007 e che corrisponde all’incirca al nostro COPASIR (la Commissione Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica deputata al controllo dell’intelligence italiana).

L’intelligence francese, per quanto colpevole,
appare più come un capro espiatorio che non altro…..

Una è relativa alla possibile creazione di un nuovo servizio d’intelligence finanziaria da porre alle dipendenze del Ministero delle Finanze, osteggiata da molti per via della parcellizzazione delle risorse investigative che ciò comporterebbe e sulla eccessiva autonomia di un singolo ministero. L’altra ha riguardato l’UMP di Sarkozy e il Partito Socialista, per la scelta di chi debba occupare il vertice del DPR. Nel mezzo, ci sono finiti l’ex primo ministro ai tempi di Chirac, Jean-Pierre Raffarin, e il socialista Jean-Jacques Urvoas (Raffarin è già presidente della Commissione Esteri, Difesa e Forze Armate e membro del DPR). Ma questa è solo una goccia nel mare delle lotte di potere in corso in Francia, destinata a durare fino alle elezioni presidenziali del 2016.

Meno libertà, più sicurezza?

Ciò detto, secondo gli addetti ai lavori del gotha europeo, la soluzione più a portata di mano è al momento un’ulteriore restrizione delle libertà dei cittadini europei da cui discenderebbero, tanto per fare un esempio, le paventate ipotesi di limitazione degli Accordi di Schengen per la libera circolazione delle persone.

Insomma, i potenti di Francia e d’Europa stanno ragionando in queste ore se mettere in campo una serie di decisioni forti contro il terrorismo, che potrebbero ledere i nostri diritti inalienabili o, quantomeno, limitarli. Viene da chiedersi se questo sacrificio sia giustificabile e se davvero i nostri governanti hanno chiara la direzione che l’Unione Europea vuole intraprendere in materia di sicurezza. Forse però le domande sono altre. È possibile impedire nuovi attentati con i soli strumenti normativi e il codice penale? È utile intercettare tutto e tutti, se poi queste informazioni non vengono tradotte in atti concreti e i risultati sono diversi dalle aspettative?

Una delle più tangibili conseguenze del Patriot Act americano, sinora, è stata una serie indiscriminata d’indagini invasive su singoli cittadini americani e sulle transazioni economiche, che hanno dato come risultato informazioni poco o nulla riguardanti il terrorismo: solo nel 2013, delle 11.129 richieste di indagine con questo strumento legislativo, solo 51 erano relative a sospetti terroristi, mentre la maggior parte riguardavano reati connessi con la droga o finanziari. Questo tuttavia non ha impedito agli attentatori di Boston di provocare morte e panico alla maratona, e forse non avrebbe impedito ai fratelli Kouachi di uccidere indiscriminatamente.

Sullo sfondo, la guerra siro-irachena

Un acceleratore di queste soluzioni drastiche dei legislatori europei potrebbe essere costituito da un maggiore impegno della coalizione internazionale in Iraq e Siria, dove la situazione resta esplosiva e dove lo Stato Islamico è divenuto ormai una calamita per i terroristi radicali che vogliono portare avanti una guerra totale contro l’Occidente. In Siria e Iraq, le tensioni etnico-religiose vedono un sostanziale stallo nei combattimenti e le parti in causa non riescono a prevalere l’una sull’altra. Ma questo non fa che alimentare un caos e un’incertezza che si propagano ben oltre quei confini.

Al momento, in seno alla comunità internazionale nessuno parla ancora d’ingaggiare un conflitto aperto in questi due teatri di guerra, e siamo al punto in cui tanto la NATO, quanto l’ONU e l’UE preferiscono restare a guardare cosa succede, lasciando che la tragedia si consumi lentamente tra le macerie di quella che fu la Siria e le acque tinte di rosso sangue della Mesopotamia. Ma la guerra, se non lo si fosse capito, è già arrivata in Europa.

di Luciano Tirinnanzi

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