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INGANNO E CONSAPEVOLEZZA I PALADINI IGNOTI DELLA VERITÀ IDA MAGLI

È trascorso un anno dalla sua morte. Ida “si svegliava all’alba e andava a letto tardi, per poter studiare e scrivere di più, anche a 90 anni passati. Sapeva che le restava poco tempo, e voleva dare ancora il più possibile dell’immensa ricchezza di pensiero e di cultura che aveva accumulato”.


Ecco l’antropologa Ida Magli secondo il saggista Giordano Bruno Guerri che, con Magli, scrisse un un libro-intervista nel 1996 Per una rivoluzione italiana (Baldini&Castoldi).










Ida Magli, con gli strumenti dell'antropologia, propone di rivoluzionare i rapporti fra cittadino e potere, ribaltando molti luoghi comuni come: democrazia, rappresentanza, solidarietà, diritto. La rivoluzione proposta è la più radicale: abolire la politica e i falsi ideali di cui si ammanta. L'amministrazione della cosa pubblica deve essere trasferita non a incompetenti (i politici per l'appunto), ma ai migliori specialisti dei vari settori. L'intero progetto della vita sociale deve essere ripensato da un "laboratorio per la rivoluzione", composto da studiosi che affrontino i problemi non con gli strumenti dell'ideologia. Il volume poi affronta i problemi più attuali: cultura, extracomunitari, scuola, mass media, 


Rinnegata femminista, polemista antieuropeista, convinta antislamista, Magli “viveva con un pugno di riso”, ha ricordato Guerri sul Giornale. Diplomata in pianoforte al conservatorio di Santa Cecilia, l’antropologa ha vissuto in una continua “fuga bachiana”. Docente universitaria, abbandona l’insegnamento perché contraria all’esclusività femminile di questo impiego. Firma delle pagine dell’Espresso e di Repubblica, lascia i “giornali della intellighentia pur non avendo alternative, senza essersi assicurata altre collaborazioni, per protesta contro la mancata pubblicazione di alcuni articoli”, sempre secondo Guerri. Magli quindi approda al Giornale anche se “mal sopportava che le si appiccicasse l’etichetta di destrorsa, pur sapendo di vivere in una gigantesca fabbrica di etichette”.


Dunque Islam, Europa e immigrazione. La parola a Ida Magli.

ISLAM

“Dobbiamo limitare l’ingresso in Italia ai musulmani, oppure l’Italia sarà perduta. Dobbiamo difendere la nostra libertà di pensiero, le conquiste delle donne, dobbiamo ricordare la fatica che abbiamo fatto per difendere i nostri diritti: ma come, abbiamo appena cominciato ad emanciparci dai nostri veli, dalle nostre velette, e ammettiamo che si torni indietro di secoli”, scriveva Magli nel 2006, tra le pagine di Gesù di Nazaret. “L’unica vera battaglia in atto nel mondo è quella dei credenti musulmani nei confronti di tutte le altre società, battaglia ovunque vittoriosa perché i popoli aggrediti o si sottomettono o scappano. L’islamismo è conquista” perché, secondo Magli, “il cosiddetto dialogo interreligioso è un fatto da tavolino, di spirito tipicamente occidentale” che quindi non può cambiare il modo di vivere musulmano “regolato dai precetti dettati dal Corano, che impregneranno l’ambiente europeo”.

E da qui l’angoscia nata ben prima dei fatti di Parigi: “Per quanto tranquille possano essere oggi le comunità musulmane esistenti in Francia (così come in Spagna, in Italia, in Germania), verrà il momento in cui, mano a mano che le presenze musulmane diventeranno non soltanto molto numerose, ma consapevoli del loro essere vincenti, l’Occidente sarà costretto a risvegliarsi dalla sua stupida neghittosità e si accorgerà, ma sarà troppo tardi, di trovarsi sotto il piede islamico”.

“L’Italia è perduta. L’Europa, con tutta la sua storia, la sua cultura, il suo pensiero, i suoi poeti, i suoi scrittori, la sua arte, la sua musica, i suoi figli, è perduta. Sono perdute – scriveva Magli nel saggio Contro l’Europa, pubblicato 17 anni fa – perché questa era la meta che si erano prefissi coloro che hanno progettato l’Unione europea. Distruggere l’Occidente affinché si realizzasse sulla nostra terra lo scontro e la vittoria (vittoria sicurissima) dell’Oriente musulmano contro l’America”. Ma l’antropologa era inquietata non solo dalla questione islam-Europa, e da quella “intrinseca necessità di conquista che sottende il musulmanesimo”; il rapporto Italia-Unione Europa era, forse, ancor più grave.

EUROPA

“Aprirai un conto corrente. È questo l’undicesimo comandamento; non avrai altro Dio all’infuori di me… 
Andrai nella tua banca ogni mattina, che è la tua chiesa, e quei pochi soldini li verserai lì, così che il governo possa controllare se davvero li adoperi soltanto per mangiare”, si legge su Dopo l’Occidente, pubblicato 2012, ma l’antropologa iniziò la sua battaglia contro l’Unione Europea quasi 10 anni prima, “all’inizio degli anni Novanta, battendosi quasi da sola, mentre tutti la sbeffeggiavano per questo, prima di cominciare a rendersi conto delle sue molte ragioni”, ricorda Guerri.

La moneta unica è fallita perché non poteva non fallire in quanto strumento di un’Europa che non esiste e che non può esistere – scriveva Magli su Italianiliberi.it L’Ue non è uno Stato, il parlamento europeo è un finto parlamento in quanto rappresenta uno Stato che non esiste e difatti non legifera se non marginalmente. Le decisioni, come è noto, le prende la Banca Centrale europea, il Consiglio o, a piacere, la Merkel insieme a Hollande. Tutto è “finzione” di ciò che è stato costruito sotto il nome di Unione europea, ma la finzione era indispensabile, sia perché unificare politicamente le nazioni più progredite del pianeta era (e rimane) un’idea assurda, sia per soddisfare i politici dei vari Stati i quali possiedono così una miriade di poltrone, di stipendi, di benefici e il gusto della grandeur: Alto Rappresentante, ecc. ecc., non vi fa ridere?”. Ma a chi si chiede se Magli credesse davvero possibile l’uscita dall’euro, lei, oggi, risponderebbe così: “Non c’è nessuna speranza di poter abbandonare l’euro o uscire dall’Europa perché, appunto, ai politici non conviene, non intendono farlo, e hanno anche paura dei poteri massonici di Bruxelles. Non mi sembra che dica esplicitamente di uscire dall’Europa neanche la Lega e comunque non avrebbe la maggioranza per poterlo ottenere. Dei referendum proposti da Grillo è inutile parlare: sono promesse al vento e per giunta in malafede. Non mi sembra che abbiano cambiato la Costituzione che lo vieta in materia di politica estera e fiscale, quindi il referendum non si può fare”.

IMMIGRAZIONE

I pensieri di Magli sull’immigrazione erano altrettanto duri. Come si legge nelle le pagine di Dopo l’Occidente “il politicamente corretto costituisce la forma più radicale di lavaggio del cervello che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi”. Nel 2008 Ida Magli affermava: “I «confini» esistono e sono sempre esistiti, in ogni tempo e in ogni luogo, perché delimitano la sacralità dello spazio nel quale vive un determinato gruppo di uomini. Chi non sa che si deve mettere i piedi in un solco d’acqua per attraversare il confine di alcuni stati? L’acqua segnala appunto la necessità di una purificazione per entrare nel territorio altrui. Ma anche il «tappetino» davanti alla porta di casa segnala, sotto la debole razionalizzazione del pulirsi le scarpe, la sacralità del nostro territorio”. E sulla crescita del numero degli sbarchi e quindi del numero di immigrati in Italia, scrive: “La presenza sempre più massiccia di tanti popoli stranieri, portatori di ‘distanze’ , di ‘toni di voce’, di mimiche molto differenti da quelle italiane e percepite da ognuno nei significati della rispettiva lingua come ‘aggressive’, ‘offensive’, ‘sprezzanti’, ‘pericolose’, ‘fredde’, ‘prive di rispetto’ eccetera, ha contribuito, nella forma più silenziosa e nascosta, al dubbio, all’incertezza, allo sgretolarsi della fiducia in se stessi, e nella propria civiltà da parte dei cittadini europei”.

Eppure, per l’antropologa, un motivo di speranza c’era: 

“Questa è la grandezza degli italiani: aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette”.(fonte: F! formiche)

In un'intervista del 1998 rilasciata alla Gazzetta di Lucca così dichiarava:


L'INTERSVISTA
Ida Magli: "Politici traditori, vogliono l'annientamento del popolo italiano"

giovedì, 10 luglio 2014, 12:54 di silvia toniolo


Da antropologa, il sistema Europa. 

Uno strumento che si basa sullo studio dell'uomo per penetrare una realtà che è, invece, diametralmente opposta, basata com'è sul trionfo della finanza.

E’ vero che l’unificazione europea si basa sul primato dei finanzieri e dei banchieri, ma questo è avvenuto perché nei circa settant’anni trascorsi da quando il progetto ha cominciato ad essere messo in opera, l’unificazione politica e quella dei popoli si sono rivelate impossibili. In altri termini, il progetto era di per sé sbagliato, data l’assoluta differenza fra le nazioni e fra i popoli d’Europa che si sono sviluppati giungendo al massimo della produzione della civiltà con una propria lingua, una propria letteratura, arte, musica, filosofia. Un popolo esiste soltanto quando possiede una lingua. Quale lingua dovrebbero parlare i cosiddetti cittadini “europei” visto che la lingua “europea” non esiste? L’inglese? E come mai è stato scelto come “Inno” un brano in lingua tedesca e una musica tedesca? Ripeto: un progetto del tutto sbagliato, ma aggiungo consapevolmente sbagliato perché aveva ed ha ancora oggi come scopo la distruzione della civiltà e dei popoli europei.


La vicenda dei due marò

altro non è che la fotografia di un'Italia subalterna, che manca di sovranità nazionale, di uno Stato che non dipende mai da se stesso, né dal punto di vista militare, né, tantomeno da quello economico. Come si fa a sperare nella politica, visto che il Pd di Renzi è vincolato a questa dipendenza inizialmente camuffata dall'idea di una rottamazione che si è, poi, dimostrata fasulla?


La distruzione dell’Italia come Stato sovrano e indipendente è cominciata con il trattato di Maastricht e l’adozione della moneta unica. Uno Stato è “sovrano” perché, battendo moneta, può sempre far fronte alle spese. Adesso che dipende dalla Bce, che è una banca privata, ne dipende anche politicamente perché può “fallire” se non obbedisce. Matteo Renzi è il gestore più esplicito di questa dipendenza perché protetto nell’operazione politica ed economica dalle forze nascoste che guidano Bruxelles, ossia le stesse che perseguono la distruzione dell’Europa con il progetto dell’unificazione. Ma tutti i nostri politici sono dei traditori dell’Italia perché collaborano tutti all’unificazione, a cominciare dal presidente della Repubblica (è lui che ha chiamato Monti, Letta, Renzi, e che ha autorizzato la riconsegna dei Marò all’India nella sua qualità di Capo della Magistratura e Capo delle Forze Armate).


Secondo lei, Renzi, che avrebbe dovuto applicare la rivoluzione, non le pare che sia un fotocopia in tutto e per tutto di chi ci ha preceduto?

Come ho già detto, Renzi obbedisce agli ordini dell’Ue, nella “riforma” del lavoro come in tutto il resto, ossia toglie agli italiani ogni indipendenza e libertà e buona parte delle conquiste sociali che avevano raggiunto con i sacrifici e lo spirito innovativo del dopo guerra. Lo fa con una “grinta” che gli altri non avevano proprio perché lo fa in nome dell’Europa e di conseguenza non ha paura di essere sbalzato via.

Chi ci può salvare, e come?

Non vedo nessuno, non dico che possa salvarci, ma che voglia salvarci. Un ‘occasione d’oro come quella delle votazioni europee, è servita a rendere più forte l’Ue attraverso il gruppo dei cosiddetti “euroscettici”, ben felici di sedersi nelle ricchissime poltrone del “parlamento” europeo, fingendo di essere contro, invece che dimostrarne l’illegittimità astenendosi dal voto. Insomma: 

o si nega l’adesione all’Ue, oppure non ci si salva.


Come mai secondo lei, la moneta unica, non è mai stata, veramente, messa in discussione?

L’ho già detto: sono i politici che non lo vogliono fare. Rinunciare alla moneta unica significa rinunciare all’Ue. Sono loro, tutti loro, a destra come a sinistra, che con l’Ue si sono creati un impero pieno di soldi, di benefici anche d’immagine, di prestigio, e che non vi rinunceranno mai.


In che modo il politicamente corretto influenza, subdolamente, il nostro pensiero, rendendolo “schiavo” della sinistra imperante?

Il “politicamente corretto” è un’invenzione geniale. Non so chi l’abbia ideato, forse, come ho spiegato abbondantemente nei miei ultimi libri, tutti dedicati ai problemi dell’unificazione europea, esiste un Laboratorio, negli Stati Uniti d’America, che si occupa di questi problemi. Influire sul linguaggio, senza usare le armi o le droghe (come si usava nell’Unione Sovietica) è lo strumento più facile e più efficace. Non è il caso, però, di riferirsi alla “sinistra”, visto che in Italia di fatto esiste soltanto la sinistra. La destra fa finta di esistere con alcuni partiti, ma dal punto di vista delle idee è del tutto morta già da molto tempo. E’ morta tanto quanto è morta la Chiesa, che appunto fa anch’essa finta di esistere. Si continua a votare i partiti “di destra” perché non si può fare altro, ma di fatto non sono di “destra” perché hanno votato compatti tutti i decreti di Monti, di Letta e adesso di Renzi.


Non crede che ci si debba ribellare a questo tentativo della politica di renderci succubi di una ideologia che i nostri stessi governanti dimostrano di aver, a loro volta, ereditato altrove e non da se stessi?


Certamente, si dovrebbe. Ma non c’è il modo. In una democrazia partitica i cittadini di per sè non possiedono nessun potere. Visto che non esiste nessun partito che si muova in questa direzione, non c’è niente da fare. Si potrebbe soltanto con una rivoluzione armata.


Quote rosa, la loro introduzione pare una contraddizione, che senso hanno se non quello di puntare il dito ulteriormente sulla differenza tra uomo e donna nella gestione della cosa pubblica?

Purtroppo l’hanno voluto le donne. Ma l’argomento della responsabilità delle donne nella situazione sociale e politica italiana è troppo “arduo” e troppo complesso per poterlo affrontare in poche parole. E’ sufficiente pensare che 

le donne politiche italiane non si sono accorte, schierandosi a difesa dei cosiddetti diritti dei gay, che si tratta di un movimento contro le donne, o meglio che tende a fare a meno delle donne nel costruire la società.

Unioni civili, Ius soli: che senso hanno in un paese allo sfacelo, in termini di perdita di identità culturale, religiosa, storica, se non quello di dargli il colpo di grazia?


E’ lo strumento principale per la distruzione dell’identità e dell’eredità culturale di un popolo. Torniamo al solito punto: lo vuole l’Ue e i politici italiani, sotto le vesti della generosità, della solidarietà, ubbidiscono. Insomma: tradimento, tradimento, tradimento!


Perché secondo lei ci propinano il latino Ius soli, che pare un modo, altrettanto subdolo, di allontanare il significante dal suo significato italiano, di diritto di cittadinanza? Un'ulteriore conferma della potenza di un linguaggio che cerca di insinuarsi nella nostra forma mentis, privandoci di ogni libertà di pensiero?

Si tratta dell’ennesima prova di quanto il Laboratorio sia astuto nel portarci alla distruzione. E’ stata la signora Kyenge ad appoggiarsi con forza allo jus soli , facendo credere che l’antico jus soli desse il diritto alla cittadinanza, per dare la cittadinanza a tutti gli immigrati. Ma io insisto: la signora Kyenge faceva gli interessi dei suoi confratelli negri; sono stati i politici italiani (Enrico Letta rimarrà alla storia per questo) a tradire i loro confratelli facendo ministro appositamente un africano per favorire gli africani.

Perché ci vogliono impedire di utilizzare termini quale clandestino e immigrato se a questi significanti corrisponde un preciso significato?


L’abbiamo già detto : è una forma di “politicamente corretto”. Costringere con il linguaggio a cancellare, a travisare, i concetti. Alla fine, chi continuerà a pensare a modo suo, si convincerà di avere le allucinazioni.

Cosa nasconde secondo lei quel principio di umanità cui lo Stato si appella concedendo appunto lo Ius Soli e accogliendo, senza freni, le migliaia di immigrati che sbarcano sulla nostre coste?

Cosa nasconde? L’annientamento del popolo italiano. 
Prima di tutto con la forza del numero. Gli italiani fanno pochissimi figli (proprio perché vengono spinti dai politici verso il suicidio), gli africani, soprattutto musulmani, ne fanno molti (sei, sette contro uno). Nel giro di due generazioni avranno la maggioranza di fatto, anche se non numerica. Imporranno la morte al pensiero, all’intelligenza, alla religione, alla creatività italiana. Nessun africano ha mai prodotto nulla nella lunghissima storia che l’Africa ha alle sue spalle: né scienza, né tecnica, né diritto, né filosofia, né arte, né musica (col tamburo non si creano sinfonie). Il contributo dell’Africa al pensiero umano è pari a zero. 

Ma è proprio quello che vogliono i politici dell’Ue: l’annientamento della civiltà dell’Europa, fare dell’Europa un “vuoto” da governare e dominare senza il pericolo delle intelligenze. Perché loro lo sanno bene: sono le intelligenze che non possono essere dominate con le armi.

Cosa ne pensa di Laura Boldrini, la paladina dell'umanità e dell'accoglienza che percepisce 90 mila euro esentasse dalle stesse organizzazione umanitarie? Lei ha capito qual è il significato di questi principi tanto osannati dalla presidente della Camera la quale, tra l'altro, per farci sapere quello che pensa, si serve di un sistema di comunicazione che ci costa un milione di euro all'anno?

Delle colpe dei politici abbiamo detto tutto il possibile e non è il caso di ridurre problemi così gravi ad una singola persona, per giunta arrivata da poco, quando il tradimento era già stato completato.

Ovviamente al suo funerale non erano presenti i vertici del governo e nemmeno quelli della cultura accademica di sistema. Insomma meglio che coloro che avevano gli occhi aperti scompaiano in silenzio e senza troppo rumore. Ieri per caso è stata ricordata questa amabile paladina?








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