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CHI GUADAGNA DALLE VOTAZIONI? LA SCHIAVITÙ DEL POPOLO ITALIANO



Come dichiara Gianni Lannes nel suo blog “Su la testa”:
I Savoia per scamparla svendettero, con l’armistizio corto di Cassibile del 1943, l’Italia, forze armate e popolo ai nuovi colonizzatori di Londra e Washington e i "liberatori" si trasformarono presto in biechi colonizzatori e da allora hanno subordinato, diretto e schiavizzato il popolo italiano.
Inoltre l'atto normativo costitutivo della Repubblica Italiana dal 1948 è stato stracciato con l'entrata in vigore nel 2009 del Trattato di Lisbona, firmato da Prodi e D'Alema nel dicembre 2007, senza consultare preventivamente il popolo che si crede sovrano, e senza alcun mandato legittimo. 
D'altronde il popolo italiano non è mai stato sovrano, come risulta dall'analisi di alcune vicende.
Abbiamo abdicato alla nostra sovranità residua, dopo che gli anglo-americani hanno imposto all'Italia, prima l'armistizio corto di Cassibile nel 1943, e poi il Trattato di Parigi nel 1947. 
Questa parte di storia, importantissima non viene riportata nei libri di storia, nessun insegnante la menziona e nemmeno i giornali e la tv di regime. Inoltre all'Unione Europea, ovvero ad oscuri burocrati - pedine delle multinazionali e delle banche - non eletti dai popoli, sono state cedute ben 105 competenze statali. 
Purtroppo le vicende, che vennero costruite da attori che volevano che avvenissero determinate situazioni, denotano il fatto che costoro non hanno mai considerato la popolazione italiana come persone che posseggono una dignità morale, spirituale e materiale.

Partiamo dall’Unità d’Italia.
Per lungo tempo la terra italica non fu una vera e propria Nazione, per come la intendiamo oggi sotto un aspetto geopolitico/economico/autoritario. 
Era divisa in tanti piccoli pezzi. Accadde così che un gruppo di persone, che non era veramente il popolo italico costituito da figure come il contadino-che si spaccava la schiena tutto il giorno per sfamare la famiglia-ma da quelli che già detenevano il potere, vollero cambiare nuovamente la scenografia del mondo perché stavano, come accade ancora oggi, seguendo un piano, un'agenda prestabilita che all’occhio dell’uomo comune non appare, semplicemente perché egli deve vivere una quotidianità di sopravvivenza e quindi la visuale viene limitata su tutto. 
Inscenarono quindi un movimento di unità instillando nel pensiero dell’uomo comune che tale cosa avrebbe portato un miglioramento ossia, finalmente, i soprusi dettati dalla disuguaglianza sarebbero terminati. Accadde, quindi, che i Signori del tempo usarono gli ideali di fratellanza, uguaglianza e amore, connotati in chi possiede coscienza, per attuare il nuovo disegno.
Bisogna anche saper affermare che costoro hanno dimostrato da tempo immemore di non appartenere alla coscienza in quanto analizzando storicamente la storia si nota che furono sempre le solite famiglie a possedere il potere ma non la coscienza e la vita materiale dei più è sempre stata soggetta alla sofferenza, alla fame e alla lotta quotidiana. 
Così riuscirono ad instillare nell’animo dei “miserabili” il concetto di rivalsa e di autodeterminazione attraverso l’azione che venne espressa nella guerra.
Ed ecco che entrano in scena persone come Cavour, definito nel tempo come grande statista; Mazzini e Garibaldi, divenuti poi gli eroi ma che in realtà non erano altro che servi del potere nascosto.
Non riuscirono, però, a manomettere tutte le menti e così ci furono battaglie perché alcuni ravvisarono in questi movimenti la miliardesima fregatura che avrebbe rafforzato la schiavitù. Ovviamente il potere ombra, avvalendosi della forza dello stato della povertà, riuscendo a giostrare gli eventi ebbe la meglio.
Ecco che nacque l’Unità d’Italia,  finalmente i miserabili venivano riuniti in un unico gruppo così da tenerlo maggiormente sotto controllo e che venne mascherato dando la cultura, l’industrializzazione, e un finto benessere. Il piano di globalizzazione trova le radici tanto indietro nel tempo. 
Per poter continuare a detenere il dominio i Signori idearono una nuova classe sociale sapendo benissimo che sarebbe scomparsa a tempo debito, la Borghesia. Infatti una parte di questa si sarebbe allineata ai loro giochi e quella che possedeva una dofferente visuale sarebbe stata distrutta grazie all'uso della più grande finzione/catena chiamata moneta.
Dopo tante sofferenze, fame e ingiustizie non fu difficile trovare tra i miserabili delle essenze che avrebbero venduto la coscienza per riscattarsi con la ricchezza materiale; finta ricchezza perché conduce all’inaridimento spirituale in favore di un supposto bene che si fonda sul mantenimento del disagio e della miseria. D’altronde come ho già detto, la visuale dell’insieme fu tolta alla maggioranza quando venne cacciata dal Paradiso Terrestre, ossia, a mio giudizio, quando entrò nel circolo vizioso della materia.
Questi stolti vendettero se stessi in nome di un temporaneo benessere e potere. Iniziarono a sedersi alle tavole dei Signori antichi pensando di diventare negli usi e nei costumi uguali a loro pensando di essere considerati dei pari. Ancora oggi anche se anche in questa classe sociale sta avvenendo la pulizia e lo smantellamento questi scellerati credono di essere considerati alla stessa stregua e con arroganza tentano di difendere l’illusione.

Machiavelli scrisse che per il principe ogni mezzo è valido per raggiungere lo scopo basta saper piegare il mezzo nel modo più congeniale al raggiungimento dei propri fini.

Il mezzo scelto per eccellenza è l’ILLUSIONE.

Il gruppo al potere ha continuato a svolgere il lavoro sporco per sottomettere, affamare e schiavizzare il simile. 

Per avere informazioni sulla falsificazione storica degli avvenimenti riguardanti l’Unità d’Italia e le gesta eroiche di Garibaldi & Company:
La dura repressione di Francavilla e di Bronte sono un esempio. I contadini avevano creduto agli accordi dell’Editto Garibaldino del 2 giugno e del 17 maggio 1860 che decretavano la restituzione delle terre demaniali usurpate dai baroni a chi avesse combattuto per l’Unità d’Italia. Così le carceri di Franceschiello, appena svuotate, si riempirono in breve e assai più di prima. La grande speranza meridionale ottocentesca, quella di avere da parte dei contadini una porzione di terra, fu soffocata nel sangue e nella galera. I mille andarono nel Sud semplicemente per “traslocare” manu militari, il popolo meridionale, dai Borboni ai Piemontesi.
Così l’Unità d’Italia si risolverà sostanzialmente nella “piemontesizzazione” della Penisola e fu realizzata dal Regno del Piemonte, dalla Casa Savoia, grazie al lavoro dei suoi Ministri, Camillo Benson conte di Cavour, dal suo esercito in combutta con gli interessi degli industriali del Nord e degli agrari del Sud contro gli interessi del Meridione e delle Isole. L’Unità della penisola fu ad appannaggio del Nord contro gli interessi del popolo, spiccatamente del popolo-contadino del Sud; contro i paesi a vantaggio delle città, contro l’agricoltura a favore dell’industria.
L’industria del nord, in maggioranza di proprietà della famiglia Savoia che si era indebitata con i Rothschild, ebbe così una grossa disponibilità economica per decollare arricchendo le cassa delle solite famiglie già ricche.
Ovviamente la verità storica, poiché chi redige la storia sono i vincitori, non venne enunciata e insegnata; tre intere generazioni conobbero la falsità che faceva passare come eroi del fiero popolo italiano personaggi ambigui come Garibaldi. Ancora oggi si celebrano giornate e festeggiamenti per una guerra che aveva come fine non la miglioria del popolo italico ma un suo sfruttamento.
Le evidenze storiche dimostrano che la famiglia reale non esitò a legare il suo nome con accadimenti come quelli di Bronte e ad anteporre i suoi interessi economici a discapito del popolo, perciò non dobbiamo stupirci di quello che venne progettato ed attuato in seguito.
Dall’inizio della sua evoluzione al popolo divenuto italiano da nord e sud, isole comprese,venne rinnegato un diritto fondamentale l’AUTODETERMINAZIONE e i reali fatti della seconda guerra mondiale trovano come attori sempre la famiglia reale e alcuni suoi uomini che vennero spacciati come “UOMINI D’ONORE” anche se la realtà mette in luce inganni e soprusi al punto che ancora oggi l’intera popolazione italiana vive nella menzogna e nella non sovranità senza nemmeno saperlo.

È giunto il tempo che questo deve terminare e che il velo della falsità venga alzato; ognuno poi dovrà trarre le proprie conclusioni ed agire in assonanza e rispetto al grado di coscienza posseduto.

I PATTI SEGRETI DI CASSIBILE

Con la mia generazione abbiamo studiato le cause che portarono il secondo conflitto mondiale. La narrazione scolastica ha volutamente omesso la verità, insegnando mistificazioni facendole passare per veritiere. Così abbiamo sempre saputo che l’Italia grazie all’intervento dell’eroico esercito anglo-americano ha ritrovato la libertà, la rinascita e, finalmente l’autodeterminazione attraverso la Democrazia.

L’istruzione insegna che DEMOCRAZIA vuol dire POTERE DEL POPOLO, dal greco demos (popolo) e kratos (potere). Questa forma di potere prevede la possibilità che quando la sovranità è direttamente esercitata dal popolo è partecipativa quando è indirettamente è rappresentativa. Platone nel “Politico” analizza le differenti forme governative distinguendo due forme di democrazia, quella dove la collettività governa per gli interessi di tutti, POLITEIA, e quella dove ci sono molti che governano e legiferano per il proprio interesse, Democrazia. Questa, generalmente, nasce proprio come conseguenza di una guerra di liberazione da un potere oligarchico. La trasposizione nella storia italiana è evidentissima dove dal potere nazi-fascista, una dittatura, si arriva alla democrazia. L’uomo democratico per poter rispettare questa forma di governo deve per essere puro, ossia deve essere libero dalla bramosia di possesso e vivere il sentimento di uguaglianza. Avviene questo? Spesso accade che costoro costituiscono una forma di potere dove una parte del popolo, la loro, assume il comando sul resto finendo con l’imporre le proprie scelte affinché i loro desideri vengano espressi e le loro bramosie soddisfatte. Poiché secondo Platone è rarissimo che i figli non ereditino i pensieri e le abitudini anche morali della famiglia di origine la Democrazia è proprio quella forma di governo che finisce nello sfociare in una dittatura, dove dalla promessa di somma libertà e uguaglianza si passa inesorabilmente nella schiavitù. Per non cadere in questo pericolo l'unica alternativa sarebbe il redigere una serie di regole valide per tutti.

La costituzione, quindi, assumerebbe un ruolo fondamentale, e il seguirla fa si che tutto rimanga in equilibrio. Ecco, dunque, che per instaurare in una nazione un nuovo potere si giunge alla scrittura della Carta Costituzionale dove vengono scritte le varie norme affinché la vita socio-politico-economico venga garantita in egual misura nel rispetto di ogni uomo.

Viene insegnato che in Italia il popolo, il due giugno 1946, venne chiamato a decidere se farsi governare dal Monarca oppure preferire la Repubblica. Nel Referendum Istituzionale, inoltre, vennero designati i nomi di quei deputati che avrebbero fatto parte dell’Assemblea Costituente il cui compito era redarre la Costituzione, approvata dall'Assemblea stessa il 22 di dicembre 1947, promulgata dal provvisorio capo dello Stato Enrico De Nicola, il ventisette di dicembre; pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nel numero 298 edizione straordinaria del 27 di dicembre e, infine, entrata in vigore il primo gennaio 1948. Erano 76 i membri che a loro volta si divisero in tre sottocommissioni:

quella dei diritti e doveri dei cittadini, presidente Umberto Tupini; quella che si occupò dell’organizzazione dello Stato, con a capo Umberto Terracini e quella che si occupò dei rapporti economico/sociali con presidente Gustavo Ghidini. 

Fin qui sembra che tutto sia stato fatto come si suol dire “A regola d’Arte”. Ma è così? Presupponiamo che tra coloro che scrissero la Costituzione fosse presente una forza soggetta a qualcos’altro, in questo caso la scrittura della Costituzione potrebbe essere alla fine manomessa e inficiata nel suo stesso scopo. Vediamo cosa accadde, dunque.

Nella Costituzione italiana si legge che è riconosciuto un diritto al voto. Mediante questa azione si ha il potere di esprimere una scelta e la maggioranza vince. Fin qui sembra tutto giusto. Stessa cosa accade con i referendum.

Ma, allora, perché in Italia c’è il nucleare quando la maggioranza del popolo votò il contrario?

Perché l’acqua, anche se venne decretata dal popolo bene pubblico, alla fine non lo è?

Perché il volere del popolo è disatteso?

Perché la scelta popolare non ha seguito? 

Cosa avvenne nel passato che ancora oggi inficia tutto?
A queste domande si potrebbe rispondere che è ovvio perché noi facciamo parte di una Comunità europea e quindi questa, se lo ritiene utile,  può avvalersi del diritto di Preferenza Comunitaria, cioè,  il diritto dell'Unione europea prevale sul diritto interno dei suoi Stati membri. La preminenza del diritto dell'Unione è sancita dall'articolo 10 della Convenzione Europea:

"La Costituzione e il diritto adottato dalle istituzioni dell’Unione nell’esercizio delle competenze a questa attribuite hanno prevalenza sul diritto degli Stati membri ". (trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992). Però il referendum del nucleare era precedente a questo trattato eppure...
Se comprendiamo questo punto forse per il popolo italico può partire un nuovo tempo.

Non credo che sarà semplice ed indolore il cammino verso la LIBERTÀ, ma per me è l’unica vera via.


Sant’Agostino diceva che esiste solo un tempo presente, perché ciascuno vive il suo tempo. Ma il tempo presente di ogni individuo si dipana tra un tempo presente passato, dove attraverso le scelte di coloro che agivano vengono a costituirsi gli elementi futuri; il tempo presente, nel momento attuale il mio e quello di tutti colori che oggi stanno vivendo questa realtà e che vivono le conseguenze delle scelte del tempo presente passato; il presente futuro, dove gli attori possono mettere le basi per il cambiamento. Nel presente futuro le nostre azioni avranno causato conseguenze che verranno vissute dai nostri discendenti.

Non possiamo fare finta di nulla perché se si possiede una coscienza si Sto arrivando! che noi produciamo cause benefiche o il loro contrario.

Così avvenne che durante il conflitto ad un certo punto gli attori importanti consegnarono segretamente la determinazione dell’intero popolo al potere anglo americano e ancora oggi è in atto questo vile tradimento.

Così tutti nessuno escluso è determinato. Siamo una colonia anglo americana. 

il popolo non è sovrano 


Segretamente, il 3 di settembre del 1943 a Cassibile il Generale Catalano in nome di Badoglio con il consenso della famiglia reale Savoia firmò la morte della sovranità del popolo italico. Da quel giorno diventammo schiavi del potere anglo-americano. Un potere non americano perché l’America non è sovrana, e nemmeno inglese bensì del potere di Sion. 

I fatti in breve:

Il Premier inglese Churchill, ed il Presidente Americano, Eisenhower, su pressioni di Eden, presentano un documento dettagliato che si compone di 44 articoli e che risulta molto severo e punitivo. Nasce così “l’armistizio corto”con soli 12 articoli.

Il giorno 29 luglio le condizioni di massima alle quali le “Nazioni Unite” sono disposte ad accettare la resa dell’Italia, sono comunicate alla stampa ed il 30 vengono lette alla radio da Eisenhower. E’ così che i governanti italiani, al di là delle trattative in corso, prendono conoscenza delle condizioni che dovranno accettare per concludere l’armistizio con gli Alleati: prendere o lasciare, non c’è spazio per nessun negoziato, solo perdita di tempo.

Anche se c’è poco da trattare, perché gli Alleati non demordono dalla loro linea dura, si continua in trattative inconsistenti fino al 10 agosto. Qui si mette in scena la “commedia degli inganni”, quella che, Eisenhower prima e Alexander poi, chiameranno il gigantic bluff, mediante il quale gli Angloamericani, desiderosi di persuadere gli italiani sull’opportunità della resa, cercano di convincere gli emissari del governo Badoglio che essi dispongono nell’area del Mediterraneo di forze ingenti, ben più di quanto siano nella realtà. Un bluff che però non gioverà né agli uni né agli altri.

Berio e Dayeta hanno impiegato 10 giorni di trattative per comunicare agli Alleati i desiderata del loro Governo (che non saranno tenute in nessun conto) e per comunicare a Roma che l’armistizio può concludersi solo secondo una formula non trattabile, quella della resa incondizionata

Tutti i Capi, dell’esercito italiano, tedesco, anglo-americano sapevano di questo armistizio, come pure i capi di Stato. Questo fece in modo che gli alti vertici si salvassero abbandonando la popolazione e i componenti di basso livello a sei giorni di buio dove perirono molte persone. Solo sull’Isola di Cefalonia si dice che vi trovarono la morte un numero non ben definito (dai 1700 ai 9400) di soldati. Sei giorni di caos totale mentre i vertici tutti insieme decretavano ì’assoggettamento eterno di un popolo.

A seguito di questo diventa molto importante leggere le condizioni per capire come mai ancora oggi le volontà del popolo italiano sono disattese:

6) Resa immediata agli Alleati della Corsica e di tutto il territorio Italiano, comprese le isole, affinchè in tali aree sia possibile installare basi operative o quant'altro gli stessi Alleati riterranno necessario.

7) Immediata garanzia del libero uso di tutti gli aeroporti e porti Italiani indipendentemente dall'andamento dell'evacuazione delle forze Tedesche dal territorio Italiano.

8) Immediato ritiro di tutte le Forze Armate Italiane da ogni partecipazione alla guerra in qualsiasi zona esse siano attualmente impegnate.

9) Garanzia da parte del Governo Italiano che, qualora sia necessario, utilizzerà tutte le proprie forze armate disponibili per assicurare il pronto e rigoroso adempimento di tutte le condizioni contenute in questo Armistizio.

10) Il Comandante in Capo delle Forze Alleate si riserva il diritto di adottare ogni provvedimento che a suo avviso si rendesse necessario per proteggere gli interessi delle stesse Forze Alleate durante il prosieguo della guerra e il Governo Italiano si impegna a prendere le misure amministrative o di altra natura che verranno richieste dallo stesso Comandante in Capo. In particolare, il Comandante in Capo istituirà un Governo Militare Alleato in quelle aree del territorio Italiano in cui gli interessi militari delle Nazioni Alleate lo richiederanno.

11) Il Comandante in Capo delle Forze Armate Alleate avrà il diritto di imporre misure di disarmo, smobilitazione e smilitarizzazione.

12) Altre condizioni di natura politica, economica e finanziaria a cui l'Italia dovrà ottemperare saranno comunicate successivamente.
Il punto messo in evidenza dichiara che nel futuro ogni decisione anche a carattere economico, finanziario e politico sarà di pertinenza dell’asse anglo americano.
Sappiamo oggi che questo asse è di pertinenza di un potere che è al di sopra di ogni nazione e quindi non è americano o inglese bensì appartiene all’élite sionistica. 
Un altro punto molto importante per capire chi è interessato alla procedura delle VOTAZIONI è la cancellazione del comma 2 
Nel 1947 per rendere pubblico il Trattato di pace a Parigi dovettero cancellare dalla Costituzione un comma, il numero due, dell’Articolo 50 che divenne l’attuale Articolo 54. Esso dichiarava:

Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.

Questo è un passaggio chiave perché a ben vedere troppi diritti sono stati violati grazie ad un armistizio segreto dove un manipolo svendettero la sovranità di un intero popolo. Se fosse rimasto in vigore questo comma ogni cittadino avrebbe avuto non solo il Diritto ma anche il Dovere di opporre resistenza.

La discussione inerente la modifica dell’Articolo 50 divenuto, quindi, articoli 54 della Costituzione parlamentare è registrata, archiviata e reperibile sul sito della Camera dei deputati e leggibile al seguente link http://www.nascitacostituzione.it/02p1/04t4/054/index.htm?art054-011.htm&2 si legge:
maggio 1947 l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo quarto della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti politici».]

«Ogni cittadino ha il dovere di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la Costituzione e le leggi, di adempiere con disciplina ed onore le funzioni che gli sono affidate.
«Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all'oppressione è diritto e dovere del cittadino»
Potete leggere questa discussione al link mostrato di seguito.
In breve:
Poiché siamo in maggioranza consapevoli che la forma con cui è stato scritto l'Articolo 50 ci fa comprendere il perché psicologico, ossia che tali concetti sorsero sempre dopo periodi di rivoluzione, quando il popolo credette di potere trionfalmente affermare la propria vittoria...diviene
...importante affermarlo come diritto di resistenza politica...ma sotto un'altra forma, e precisamente in quella che mi pare chiaramente espressa nell'emendamento che ho presentato, e cioè: «Ogni cittadino ha l'obbligo di difendere contro ogni violazione le libertà fondamentali, i diritti garantiti dalla Costituzione e l'ordinamento dello Stato...
...Sopratutto questo, onorevoli colleghi, porta ad una conseguenza pratica molto chiara, della quale dobbiamo sommamente preoccuparci: evitare la possibilità che sotto il pretesto della violazione delle libertà fondamentali e dei diritti garantiti dalla Costituzione si pretenda di sovvertire lo Stato, intendendo per Stato la Repubblica.
Ecco perché credo che si debba sostituire con la formula da me proposta. Con essa infatti i diritti dei cittadini indicati nella prima parte della Costituzione verrebbero completati coi doveri; diritti e doveri, tra i quali questo formulato nell'articolo 50 secondo la dizione da me proposta, si integrerebbero fra loro, presidiati dalla Corte costituzionale, quale supremo organo per il regolamento dei diritti e dei doveri fra i cittadini e lo Stato.

Fu così che l'articolo 50 divenne articolo 54 dove si legge che

«Ogni cittadino ha il dovere di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la Costituzione e le leggi».
Fonte:


Sapendo, però, che qualsiasi sia il tipo di governo che esercita il potere è dal 1943 subordinato alle scelte anglo-americano, chi sta governando su suolo italiano?
Che valore ha tutto?

Che valore hanno le votazioni?

Il diritto di scelta espressa dal voto del cittadino italiano quanto è ascoltato, che valore possiede?

Forse per questo che pur contro il volere del popolo in Italia ci sono almeno 70 bombe nucleari e gli USA, come riporta l’articolo di Repubblica, mettono persino il segreto sulle armi atomiche stoccate sul suolo italiano.

Oltre a non voler avere il nucleare e a non essere rispettato, il popolo italiano, schiavo del potere anglo-americano, non può sapere nulla.

Ora vi chiedo, alla luce di questi fatti, le votazioni, la scelta del partito politico da parte di ciascuno di noi ha significato?

Guardate per favore le evidenze perché solo loro dimostrano e non le finte campagne elettorali esercitate come commedia per far credere una realtà che non esiste.

Scendere in strada per una rivoluzione diviene pericoloso e inutile ma possiamo iniziare a fare qualcosa e smetterla di andare dietro a chimere.

Un’azione è il rifiuto al voto, un’altra più drastica è consegnare la cartella elettorale così da non legittimare più la finzione.

Cosa ci hanno concesso alla fine di votare o di prendere parte ad una commedia?

Scegliete voi cosa fare ma poi non stupitevi se, come sta accadendo da sempre, si predica bene e si razzola male, non stupitevi se abbiamo al potere un gruppo di persone che legifera a favore di loro stessi e del potere nascosto:

Ministro della sanità colluso con le case farmaceutiche


Collusione tra banche e politici



Anche se è stato cancellato dalla Costituzione italiana in modo che essa non sia più a favore del popolo, come dichiarava Platone, il popolo possiede un cuore ed è per questo che ora deve smetterla di seguire false parole e iniziare a seguire l’unica vera legge. Deve smetterla di credere ai falsi predicatori che elargiscono diritti perché sanno che sono loro stessi ad averli cancellati perché hanno negato la determinazione di un intero popolo.

La libertà non si conquista scrivendo carte e/o nei meandri degli uffici di questi impostori ma con le azioni.

Consegnando la scheda elettorale si nega non il diritto al voto, che nessuno può cancellare perché un individuo determinato possiede per natura, ma la falsità che questa carta contiene e vivrà fino a quando sarà riconosciuta possedendo le sue carte.

Sono proprio le nostre azioni a far si che la bugia sionista continui a prosperare mietendo a larghe mani fame, dolore, malattie e odio in ogni forma vivente.

Di seguito trovate le spiegazioni per avvalersi, se non ve la sentite di consegnare la falsa dichiarazione di diritto al voto, ossia la cartella elettorale, del metodo per il rifiuto al voto.

Sappiate che esiste dal 2015 una circolare che consiglia di inserire chi rifiuta il voto tra la lista dei non votanti, ma:




IL RIFIUTO AL VOTO È UN DIRITTO SCRITTO E RICONOSCIUTO DALLA COSTITUZIONE

Pertanto per il d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 - art. 104 e successive modifiche, il diritto a rifiutare il voto deve essere esercitato.
Gli Articoli 58 e 62 , che vengono citati per contestare il diniego di ritirare la scheda e invece presentare la propria dichiarazione di rifiuto al voto riguardano i requisiti necessari affinché sia valido il voto, perciò non hanno nulla a che vedere con il rifiuto.
Quindi se il Presidente del seggio dichiara che l’azione di rifiuto verrà inserita come non votazione, allora ecco come comportarsi:
Per qualsiasi ostacolo che il Presidente o altro personale voglia frapporre alla verbalizzazione, o all'ottenimento del timbro "Ha Votato" sulla tessera Elettorale, non entrare in alcuna discussione. 
Dichiarare solo a voce chiara che si prende atto della posizione del Segretario di Seggio e che ci si sposta a effettuare protesta e reclamo presso gli Ufficiali Giudiziari. Poi uscire con calma dal Seggio dopo aver ritirato i propri documenti.
Non accettare alcuna conversazione o discussione con gli addetti al Seggio, perché potrebbero essere usate per incolparvi di disturbo delle Elezioni.
Dignità, serenità e calma. "Grazie, prendo atto del vostro diniego e mi reco a presentare il mio reclamo verso le procedure di questo Seggio presso gli Ufficiali Giudiziari".
Vedrete che il Segretario vi inseguirà pregandovi di rientrare e soddisfacendo la vostra richiesta a norma di Legge.
L'accettazione del verbale non è discrezionale, come l'uso del verbo "possa" vorrebbe suggerire, bensì obbligatoria a norma di Legge.

Le motivazioni per rifiutare il voto sono varie:

Nessun nome di candidato mi rappresenta

Il sistema partitico si è dimostrato nocivo al benessere della popolazione e

alla sua sicurezza.

Istruzioni per la verbalizzazione di una protesta e/o reclamo elettorale

a fronte della Circolare del Ministero dell'Interno n. 23 / 2015 - Roma, 22 maggio 2015.

• Presentarsi al seggio individualmente.

• Portare con sé, oltre al documento d'identità e alla Tessera Elettorale, una breve

dichiarazione scritta con il contenuto della propria protesta e/o reclamo.

• Registrarsi al Seggio e far timbrare la Tessera Elettorale prima di ricevere la

scheda, come previsto dall'art. 12, comma 1 del D.P.R. 8 settembre 2000, n. 299.

• Dichiarare quindi che si intende esercitare il diritto-dovere di voto ma di non

sentirsi rappresentati da alcuna delle liste e persone candidate.

• Dichiarare di voler esercitare il diritto di verbalizzare una protesta e/o reclamo

come stabilito dagli articoli di Legge (Artt. 74 e 104 Testo Unico Leggi Elettorali

D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche) e consegnare il proprio

scritto perché venga inserito nel registro dei Verbali (vedi in calce esempi di verbale).

• Dichiarare che si intende essere registrati come elettori adempienti il dirittodovere

di voto, e che sia apposta la nota "Ha presentato verbale di protesta" nei

riquadri e colonne della Lista Sezionale e nel Registro per l’Annotazione del

Numero delle Tessere, previsti dalla Circolare n. 23 / 22 maggio 2015.

Non accettate che in tali riquadri e colonne sia posta la nota "Non Votante" suggerita

solo come esempio dalla Circolare.

Voi vi siete presentati a compiere il vostro dovere e ad esercitare il vostro diritto di

Elettori, e intendete esercitarlo secondo un modo che la Legge prevede e consente.

Voi non rifiutate di votare, ma di votare i candidati proposti, e pertanto vi avvalete

della verbalizzazione di una protesta, che a tutti gli effetti vi qualifica come

partecipanti alle Elezioni. La vostra non è una astensione, il cui verbale tra l'altro

non è previsto dalla Legge, ma un voto politico a tutti gli effetti, che non trova però

riscontro nel panorama dei partiti italiani, oggetto appunto della vostra protesta.

Se la procedura non incontra ostacoli, ritirate la tessera, i vostri documenti e uscite dal

seggio con la soddisfazione di non essere né analfabeti né complici di questo sistema.

Se invece, da parte del Presidente o di chi per esso, vi vengono frapposte

difficoltà, o vi viene rifiutato il timbro sulla Tessera Elettorale, non reagite in alcun

modo, non mettetevi a discutere, anche se provocati dal personale di Seggio.

Dichiarate a voce udibile e chiara rivolgendovi al Segretario del Seggio, non al

Presidente, che andrete a consegnare la vostra protesta agli Ufficiali Giudiziari nei

loro Uffici, presso i quali presenterete anche reclamo specifico verso le procedure adottate

nel vostro Seggio, quindi ritirate i vostri documenti e uscite con calma dal Seggio.

La corretta gestione dei verbali è infatti competenza specifica del Segretario del

Seggio, e non del Presidente. È il Segretario che risponde direttamente, di fronte alla

Legge, del vostro eventuale reclamo agli Ufficiali Giudiziari, non il Presidente.


Esempi di verbale

Esempio di verbale di protesta:

"Io sottoscritto "Nome e Cognome", nato in "Luogo di Nascita", il "Data di Nascita", residente in

"Luogo di Residenza", titolare della Tessera Elettorale n. "Numero Tessera", presento verbale di

protesta elettorale in quanto non mi sento rappresentato dai Candidati presenti nelle Liste Elettorali,

né dalle Liste stesse.

Facoltativamente, potete aggiungere a questa breve dichiarazione i motivi per i quali non vi sentite

rappresentati e, in linea di massima qualsiasi altra cosa pertinente alle Elezioni riteniate voler

verbalizzare (insulti e parolacce escluse, anche se sarebbero indubbiamente molto espressive :-) ).

Per esempio:

"Ritengo che i Candidati e le Liste nel loro complesso non presentino i requisiti morali e

intellettuali necessari a esercitare l'arte della Politica".

Oppure: "Ritengo che il sistema partitico si sia dimostrato nocivo al benessere della popolazione e

alla sicurezza del Paese".

Oppure quello che ritenete di voler esprimere come protesta e motivazione del vostro rifiuto di

eleggere i Candidati proposti.

In Fede

La Vostra Firma.

Esempio di verbale di reclamo:

Alla dichiarazione precedente potete aggiungere:

"Intendo sporgere reclamo in quanto ritengo lesivo della dignità elettorale repubblicana essere

costretto a depositare la mia scheda in un'urna di cartone.

Reclamo inoltre contro la Circolare del Ministero dell'Interno n. 23 / 2015 - 22 maggio 2015 in

quanto essa offusca la Lettera della Legge e mira a trasformare i Cittadini che verbalizzano proteste

in astenuti, laddove la Legge non prevede la possibilità di presentare a Verbale dichiarazioni di

astensione.

Tale Circolare a mio modo di vedere pone inoltre in imbarazzo e in pericolo il Segretario del seggio,

attribuendo al Presidente facoltà che ricadono invece a norma di Legge sul Segretario del Seggio.

Se nel vostro Seggio avete riscontrato altre irregolarità procedurali, ovviamente, potete menzionare

anche quelle.

In Fede

La Vostra Firma.

Esempio di Verbale da presentare eventualmente agli Ufficiali Giudiziari del vostro Comune:

Io sottoscritto "Nome e Cognome", nato in "Luogo di Nascita", il "Data di Nascita", residente in

"Luogo di Residenza", titolare della Tessera Elettorale n. "Numero Tessera", dichiaro di essermi

presentato al Seggio N. "Numero del Seggio", presso il quale sono regolarmente iscritto come

Elettore, al fine di esercitare il mio diritto-dovere di Elettore.

Non sentendomi rappresentato dal panorama dei Candidati e delle Liste presentato dai partiti, era

mia intenzione di avvalermi del Diritto di esprimere il mio voto sotto forma di un verbale di

protesta, sancito dalla Legge Elettorale (Artt. 74 e 104 Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30

marzo 1957, n 361 e successive modifiche).

Aggiungete quindi la breve descrizione di quanto avvenuto al Seggio:

• Mi è stata rifiutata la messa a verbale di una Protesta e/o Reclamo.

• Avendo io dichiarato di voler presentare verbale di Protesta e/o Reclamo, mi è stata rifiutata

l'apposizione del Timbro sulla Tessera Elettorale.

• Nei riquadri e colonne della lista sezionale e nel registro per l’annotazione del numero delle

tessere previsti dalla circolare n. 23 / 22 maggio 2015 si è voluta apporre la falsa dicitura

"Non Votante", che mi qualifica come astenuto contro la mia intenzione e volontà.

In Fede

La Vostra Firma.

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